venerdì 29 novembre 2013
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​Comuni all’attacco del governo per l’abolizione non integrale dell’Imu sulle prime case. «Il governo faccia rapidamente chiarezza sulla seconda rata 2013 e onori gli impegni assunti con i contribuenti e i Comuni italiani. I sindaci hanno dimostrato ampiamente responsabilità e spirito propositivo, ma non si può abusare della loro pazienza e tanto meno si può abusare della pazienza dei cittadini», ha tuonato, fin dal mattino, il presidente dell’ Anci Piero Fassino, rinnovando la richiesta di un incontro urgente con il presidente del Consiglio. «I sindaci – accusa il sindaco di Napoli, Luigi De Magistris – si sono stancati di essere bancomat o esattori del governo». Per il primo cittadino di Milano, Giuliano Pisapia, «sarebbe una follia» la decisione di prevedere la copertura da parte dello Stato di solo metà dell’aumento dell’aliquota Imu prima casa. «Se così fosse – aggiunge – saremmo allo scontro istituzionale». E ancora: «Si è scelta una soluzione che scarica su cittadini e sindaci il costo della mancata copertura integrale», lamenta il sindaco di Bologna, Virginio Merola. Il responsabile Finanza Locale dell’Anci e sindaco di Ascoli Piceno, Guido Castelli, imputa al governo una sostanziale mancanza di chiarezza. «Bisognava in modo puntuale chiarire – afferma – che gli inasprimenti dell’Imu sulla prima casa decisi dai comuni non sarebbero stati ricompresi nel calcolo delle somme trasferite dallo Stato e quindi che chi "inaspriva" lo avrebbe fatto a carico dei cittadini. Chi ha aumentato le aliquote, lo ha fatto approfittando di un quadro normativo che lo consentiva».

La scelta del governo agita anche il fronte politico-parlamentare. Il viceministro dell’Economia Luigi Casero, sottolinea che «abbiamo mantenuto le promesse con i cittadini italiani», mentre il ministro delle politiche agricole Nunzia De Girolamo, sottolinea soddisfatta che è stata «mantenuta la promessa: la seconda rata Imu non verrà pagata per i fabbricati rurali e per i terreni degli imprenditori agricoli professionali. Ma Forza Italia non ci sta. Per il capogruppo alla Camera Renato Brunetta: «Checché ne dicano il governo e i ministri del Ncd, sulla prima casa dovremo pagare. Tanto quest’anno che dal 2014».

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