venerdì 25 maggio 2018
Le ragioni? Burocrazia e criminalità. Decaro: sindaco, un mestiere difficile
I sette Comuni in cui nessuno si vuol candidare
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La fascia tricolore non la vuole nessuno: a Ortueri (Nuoro) e a San Luca (Reggio Calabria), a Putifigari (Sassari) ma anche a Rodero (Como). Sono 7 in totale – sugli oltre 700 chiamati al voto per le elezioni amministrative del prossimo 10 giugno – i Comuni dello Stivale dove nessuno si è candidato alla carica di sindaco. Niente liste, dunque, niente campagna e niente elezioni; in municipio si insedierà un commissario governativo. L’inquietante primato spetta alla Sardegna, dove si trovano ben 5 Comuni senza urne; si tratta di Magomadas, in provincia di Oristano, già commissariato per il mancato raggiungimento del quorum all’ultima consultazione elettorale, Austis, nel Nuorese – dove l’ultima volta si è votato per le Comunali otto anni fa e né nel 2015 né oggi si è più presentata alcuna lista –, Ortueri, dove il sindaco si è dimesso, Sarule (ancora Nuoro) e Putifigari, che peraltro non erano nemmeno commissariati.

Non si voterà neppure a San Luca, il piccolo centro della Locride che diede i natali allo scrittore Corrado Alvaro e che risulta essere un habitué dell’astensione elettorale: nel Comune reggino infatti l’ultimo sindaco fu eletto nel 2008, ma nel 2013 l’amministrazione venne sciolta per infiltrazioni mafiose e da allora nessuno più ha avuto coraggio o voglia di ambire alla poltrona di primo cittadino. Più curioso il caso di Ròdero, paese ai confini con la Svizzera, dove dal giugno scorso già sedeva un commissario prefettizio non essendosi raggiunto il 50% dei votanti necessario perché le elezioni fossero valide: tra i 1300 abitanti stavolta non si è trovato nemmeno un candidato.

Il caso ha giustamente destato la preoccupazione di Antonio Decaro, sindaco di Bari e presidente dell’Anci; siamo infatti di fronte a «sette paesi in cui un momento democratico fondamentale è rinviato, sospeso. Se questo succede, e succede al Sud ma anche al Nord, soprattutto nei centri più piccoli, in cui i sindaci sono più esposti e meno tutelati, un problema esiste ed è il caso che tutte le istituzioni se ne prendano carico». «In alcuni Comuni a spaventare sono le minacce della criminalità organizzata – prosegue Decaro –, in altri le pressioni sono di natura diversa. In tutti i casi fare il sindaco è un mestiere difficile che costringe a scontrarsi con ostacoli burocratici che rallentano e complicano l’azione amministrativa, a danno dei cittadini; a contare su poche risorse e molti obblighi, con una miriade di scelte scomode, impopolari e a volte rischiose, come dimostra l’alto numero di amministratori minacciati.

Un quadro che fa comprendere perché candidarsi può essere atto d’eroismo». Decaro ha ripetuto che «bene fanno ogni giorno i miei colleghi che resistono, che non mollano, che dimostrano coraggio, che continuano a rappresentare il primo presidio delle istituzioni per le loro comunità. Sono vicino e solidale con tutti loro».

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