sabato 7 dicembre 2019
La cittadina marchigiana decide di superare il trauma tornando proprio in un locale pubblico con l’iniziativa «L’8 per il futuro», organizzato da un Comitato genitori
L’ingresso della discoteca dove si consumò la tragedia, un anno fa

L’ingresso della discoteca dove si consumò la tragedia, un anno fa - Ansa

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«Quella notte per noi è stata come una ruspa… nulla è stato più come prima». Matteo Principi è sindaco di Corinaldo. La sua è una storia nella storia. Ha due anniversari da celebrare. Prima, nella stessa data, ha perso il padre, in un incidente stradale, travolto da un’auto. Poi, la tragedia della 'Lanterna Azzurra'. Ha quattro figli e la storia di ciascuno dei 5 ragazzi morti nella ressa in discoteca la conosce a memoria, come anche quella della giovane mamma, sesta vittima di una notte da dimenticare – che però nessuno può o vuole dimenticare. Anzi, Corinaldo nella notte del terrore e del dolore accende un faro, che somiglia un po’ ai tanti accesi nella notte, un anno fa, per soccorrere, cercare, capire, raccogliere, fino a un’alba desolata in cui per almeno sei famiglie è arrivata la disperazione più nera.

Sono le famiglie di Emma, Asia, Benedetta, Daniele, Mattia e della giovane mamma Eleonora. Le loro vite sono state stravolte. Paolo, marito di Eleonora, aveva un’azienda di cui la moglie era un pilastro. L’ha chiusa, per stare vicino ai 4 figli. Per vivere ha accettato un bando che gli ha consentito di lavorare in Comune. E poi le storie di chi ha perso la vita nella sua 'prima volta' in discoteca. Davide era amico di Asia. Lei era di Marotta, lui di Mondolfo. Erano nello stesso gruppo. Studia grafica e fotografia a Fano. Sedici anni, aveva l’abilitazione per il pronto soccorso e quella notte ha davvero salvato tanti coetanei. Per questo il suo gruppo scout lo ha premiato. Tanti in discoteca non hanno più voluto mettere piede. Claudia è attiva nella pastorale giovanile diocesana, ci ha messo mesi prima di frequentare di nuovo un locale. Lo ha fatto, come altri, per elaborare il trauma: «Quando certe tragedie accadono lontane dal nostro quotidiano, dopo qualche giorno le dimentichiamo. Questa ha cambiato radicalmente il nostro modo di vivere e di pensare».

Luca Pagliari, giornalista che vive in zona, da anni si dedica ai temi della condizione giovanile, delle violenze, del bullismo: «Quest’anno ho parlato decine di volte di Corinaldo in giro per le scuole di tutt’Italia. Ho sempre trovato nei ragazzi un grande senso di smarrimento, perché a tradirli è stato quel mondo adulto che a parole dice di proteggerli. Ho cercato di spiegare che è necessario alzare lo sguardo verso chi abbiamo accanto. Le famose tragedie annunciate nascono dall’assenza di coesione sociale». Così il 'mondo degli adulti' stavolta si è mobilitato. In poche settimane è nato, spontaneamente, il Cogeu, Comitato dei genitori unitario. «Abbiamo cercato di riprendere in mano le nostre vite – spiega la presidente Luigina Bucci – ripartendo proprio da una discoteca. Così nasce l’evento 'L’8 per il futuro. Da un concerto si torna senza voce e non senza vita'. Anche la scelta di una discoteca del territorio non è casuale perché, unendo le forze, possiamo dimostrare che anche i locali di intrattenimento possono essere luoghi sicuri».


IL FATTO
La notte tra il 7 e l’8 dicembre 2018 nella discoteca "Lanterna Azzurra" di Corinaldo doveva esibirsi il trapper Sfera Ebbasta e la platea di giovanissimi era molto affollata: più della capienza del locale. La diffusione di una sostanza urticante provocò il fuggi fuggi verso un’uscita di sicurezza, ma il crollo di un parapetto laterale provocò la caduta di decine di persone. Sei furono le vittime e quasi 200 i feriti, alcuni dei quali molto gravi.

Oggi, da quando tramonterà il sole fino all’alba, chi vorrà potrà raggiungere piazza del Terreno per una preghiera, un pensiero. La luce di un faro puntato verso il cielo squarcerà il buio. Domani la giornata dell’anniversario comincerà però nella cattedrale di Senigallia alle 9, con una celebrazione presieduta dal vescovo Franco Manenti, che si è rivolto alla sua comunità chiarendo come «la fede non anestetizza il cuore delle persone che si trovano a vivere situazioni dolorose e drammatiche offrendo risposte sbrigative. Non si chiude di fronte alle domande, ma si fa carico del dolore, delle domande che la scomparsa di una persona cara può suscitare. La strada è quella della condivisione, innanzitutto con il Signore, quindi con la comunità, attraverso un’alleanza tra generazioni grazie alla quale ci si fa credito di quanto una generazione può offrire all’altra, abbandonando tanti stereotipi. Sia ai giovani che agli adulti sta a cuore la stessa cosa, una vita che valga la pena di essere vissuta, sulla quale investire le migliori risorse. In questa comunicazione entrambe le generazioni hanno un proprio contributo da offrire».

Dopo la celebrazione la giornata proseguirà nel teatro cittadino La Fenice alle 10.30 con l’incontro 'Dovere della responsabilità. Diritto al divertimento' al quale interverrà, tra gli altri, il ministro degli Interni Luciana Lamorgese; prevista pure la proiezione di un docufilm dedicato alla tragedia. Il pomeriggio è proposto dalle 15.30 alla discoteca MamaMia con un’assemblea aperta organizzata da ScuolaZoo e la presenza di Massimo Cirri. In serata in piazza Duomo il concerto finale di musicisti dei licei dove studiavano Emma e Asia e letture d’autore. Durante la giornata verrà anche lanciato il Codice etico per i locali messo a punto nelle Marche e che si vuole proporre come modello nazionale. Un’iniziativa è programmata anche a Fano, città dove abitava una delle vittime, Benedetta.

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