domenica 18 dicembre 2022
A Biccari, paesino dei Monti Dauni, li ha accolti don Leonardo
Iryna, Yurii, don Leonardo e il piccolo Andrii a Biccari

Iryna, Yurii, don Leonardo e il piccolo Andrii a Biccari

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Sono fuggiti dalla guerra in Ucraina trovando la casa della speranza nella parrocchia della chiesa madre Maria Santissima Assunta a Biccari, paesino abbarbicato sulle pendici dei Monti Dauni. Yurii Bondariuk e Iryna Shevliakova sono dei nonni amorevoli che, dopo aver vissuto i primi giorni drammatici dei bombardamenti, in preda al terrore hanno preso per mano il nipotino di 12 anni Andrii lasciando Kiev e i loro affetti.

La decisione è stata sofferta, ma è anche stata l’unica via d’uscita per mettersi al riparo in quel momento così tragico e angosciante. E’ stato un lungo viaggio, tra mille difficoltà e peripezie, fino all’approdo di Foggia il 7 luglio scorso dove sono stati ospitati nella “Casa di Abraham e Sarah”. Un mese dopo, don Leonardo Catalano, parroco a Biccari, li ha accolti con tanto affetto e amore fraterno in un alloggio all’interno della canonica utilizzato di solito per dare asilo ad alcune famiglie disagiate.

«Non finiremo mai di ringraziare don Leonardo e tutta la comunità di Biccari per il loro calore umano e la spontanea benevolenza – racconta Yurii Bondariuk, 62 anni, medico specializzato in patologie della colonna vertebrale che a Kiev lavorava in un importante ospedale -. La guerra ci ha colto tutti di sorpresa. E’ stato terribile. Dal giorno alla notte siamo piombati in un incubo senza fine che ha travolto e sconvolto le nostre vite. Tra i bombardamenti e i missili che piovevano dal cielo, il suono inquietante delle sirene, siamo stati costretti ad abbandonare le nostre case per nasconderci nei rifugi improvvisati o nei sotterranei della metropolitana. Ho visto la paura e il terrore scolpiti negli occhi dei bambini innocenti, delle donne e di tanti anziani stravolti per lo sconforto e la sofferenza».

All’inizio del marzo scorso, Yurii e la moglie Iryna hanno messo in una valigia di fortuna alcuni vestiti e lo stretto necessario per lasciare l’Ucraina. «Abbiamo portato con noi il nipotino Andrii – dichiara il signor Bondariuk -. Il papà Alessandro, ingegnere, ha indossato la mimetica difendere la patria. Natalia, la mamma che fa il notaio, è rimasta a Kiev insieme agli altri due figli Sofia e Artiom. Quando siamo partiti con l’auto verso la Polonia dove ci aspettava una nostra conoscente, abbiamo avuto appena il tempo di salutarci e abbracciarci tra le lacrime e il cuore gonfio di emozione».

E’ cominciato così un viaggio estenuante. «Separarsi dalla propria terra e dai familiari in maniera quasi violenta è disumano – sottolinea Iryna Shevliakova, 62 anni -. Ci siamo fatti coraggio. Arrivati in Polonia abbiamo purtroppo avuto un incidente con l’auto. Dopo parecchie settimane siamo potuti ripartire verso Praga. Da lì, abbiamo raggiunto l’Italia con destinazione Foggia per poi stabilirci a Biccari».

Adesso s’intravede un po’ di luce dopo le tenebre. «Siamo grati a coloro che ci hanno ospitati e accolto. Viviamo in questo alloggio confortevole grazie alla generosità di don Leonardo – afferma la signora Iryna -. La gente di Biccari e i parrocchiani sono stati molto gentili e disponibili nei nostri confronti, con spirito di solidarietà e amicizia. E’ faticoso e difficile stare lontani dall’Ucraina dove tutto è ancora molto precario. Ci sentiamo spesso al telefono con mia figlia Natalia. Molti sono rientrati nelle loro case, ma l’energia elettrica manca in parecchie ore della giornata e il riscaldamento funziona a singhiozzo. Sarà un inverno durissimo. Se penso a questi assurdi disagi, ai continui combattimenti in atto provo un senso di smarrimento. A Biccari abbiamo almeno ritrovato un po’ di casa. Siamo contenti per il piccolo Andrii che frequenta la prima media, ma allo stesso tempo segue in Dad le lezioni dall’Ucraina per restare al passo con gli studi. Speriamo in un giorno non troppo lontano di ritornare a Kiev».

Sarà un Natale diverso per questi nonni indomiti e coraggiosi che insieme al nipotino Andrii sono alla ricerca della serenità perduta. « Anche se siamo ortodossi il significato religioso e cristiano del Natale è uguale ovunque – dice con gli occhi lucidi Yurii Bondariuk -. Preghiamo affinché la pace trionfi. Desideriamo tanto che il cuore degli uomini sia animato dall’umana comprensione e che l’Ucraina torni ad essere un Paese libero».

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