giovedì 31 agosto 2017
Tra noi da 27 anni ora è mediatrice transculturale
L'Italia? Scelta di libertà. Ma non dimentica le radici albanesi
COMMENTA E CONDIVIDI

«Per me l’Italia è stata una scelta di libertà. Quando ho lasciato l’Albania c’era ancora la dittatura e molti della mia generazione sono fuggiti». Esmeralda Tyli racconta ancora con emozione, a distanza di 27 anni e un mese, della sua scelta di lasciare la terra d’origine per andare verso un Paese dove iniziare una nuova vita. «I miei nonni avevano studiato in Italia e sin da piccola mi parlavano in italiano perché volevano che diventassi bilingue. Per me è stata un’opportunità straordinaria e ha segnato il mio destino».
All’inizio per Esmeralda non è stato facile inserirsi nel tessuto sociale italiano. «Per le donne provenienti dall’Albania le uniche opportunità erano di lavorare in agricoltura o come badante e tata. Oggi lavoro come mediatrice transculturale e sono segretaria Fondazione Nilde Iotti». La difficile situazione lavorativa ha sempre costretto Esmeralda ad aspettare per presentare la domanda di cittadinanza. «Tra i requisiti richiesti ci sono tre anni consecutivi di contributi e io non li avevo mai avuti. Ora non vedo l’ora ottenere la cittadinanza, che per me rappresenterebbe il riconoscimento di quello che già sono. Da una vita penso, leggo e scrivo in italiano. Gli anni più importanti della mia vita, quelli della crescita umana e professionale, li ho vissuti in Italia, anche se non ho mai dimenticato le mie amate radici e la mia linfa vitale che sono in Albania».
L’impegno di Esmeralda oggi è in favore delle nuove generazioni: «Quella della cittadinanza è una battaglia culturale e di civiltà».

© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI