sabato 23 gennaio 2016
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Fermi nella difesa della famiglia fondata sul matrimonio, ma in atteggiamento propositivo. I vescovi delle 15 diocesi del Nordest fanno sapere, con una nota da tutti sottoscritta, di accogliere «con favore» e di incoraggiare «tutte quelle iniziative che intendono offrire un contributo sereno e costruttivo al bene comune del nostro Paese», fondato appunto sulla famiglia. Quella famiglia, tra l’altro, che è stata, con i suoi valori, il motore stesso dello sviluppo e della coesione di queste terre. Una famiglia da promuovere «non con atteggiamenti polemici o volontà conflittuali ma con il desiderio di aiutare tutti a riflettere sulla portata dei valori in gioco». I vescovi confermano «il sostegno e la gratitudine» nei confronti di chi si adopera affinché la famiglia continui a essere e possa svilupparsi sempre più come «lievito» e «fermento di bene» comune per tutta la società italiana, sollecitando a moltiplicare l’impegno e le azioni di tutti «per far sì che la famiglia sia concretamente e maggiormente tutelata e sostenuta nei diversi ambiti di vita civile e istituzionale». Le altre forme di legami affettivi tra persone – anche omosessuali – sono per loro natura diverse – annota l’episcopato del Nordest – e vanno, quindi, considerate diversamente dal rapporto d’amore tra un uomo e una donna che nel matrimonio creano famiglia e vivono un impegno stabile e disponibile alla procreazione. «A chi vive altri legami affettivi vanno riconosciuti i diritti individuali della persona. Ma altra cosa sono i diritti propri dell’istituto matrimoniale». I vescovi auspicano, pertanto, che «una sapiente e chiara regolamentazione dei diritti e dei doveri sia perseguita e realizzata all’interno di un dialogo franco, leale e senza pregiudizi di sorta». In una materia come questa, infatti, «non sono possibili compromessi al ribasso; si tratta, piuttosto, di fare riferimento alla legge morale naturale». Altri vescovi si sono pronunciati ieri su ddl Cirinnà e manifestazione di sabato prossimo. «Il cardinale si è più volte espresso con estrema chiarezza sul matrimonio e le unioni civili nelle sue omelie, che sono l’ambito proprio dell’insegnamento di un vescovo – si legge nella nota diffusa ieri sera dalla portavoce del cardinale Giuseppe Betori –. Il pensiero e le parole dell’arcivescovo di Firenze collimano perfettamente con quelle del Papa, la sua posizione coincide in tutto con quella del Santo Padre, e non potrebbe essere altrimenti». Il vescovo di Assisi Domenico Sorrentino sgombra il campo dalle polemiche: «Non siamo contro Renzi, non siamo contro gli omosessuali, non siamo contro nessuno. Il discorso è un altro. Siamo a favore della famiglia, una realtà sempre più indebolita, impoverita, messa da parte, consumata, anche se poi questo soggetto fa comodo, ed è il primo ammortizzatore sociale quando le cose vanno male», dice al Messaggero, incoraggiando «a partecipare, perché si tratta di una battaglia culturale buona, trasversale, condivisibile da tutte le persone di buona volontà. L’iniziativa è giusto che provenga dal laicato, non dai preti». Quanto al ddl Cirinnà, «è singolare che la politica invece che affrontare concretamente il problema famiglia finisca per metterla ancora più in difficoltà, forse questa non è la modalità migliore». «Si impegna a lungo la macchina legislativa dello Stato, facendo ritardare la soluzione di problemi che riguardano tantissimi italiani e sembrano molto più urgenti: il lavoro, la sanità, l’ambiente, la sicurezza...»: lo nota amaramente il vescovo di Macerata-Tolentino-Recanati-Cingoli-Treia, Nazzareno Marconi, che aggiunge come «in questa legge si guarda tutto dal punto di vista del desiderio di singoli, si parla molto di diritti e poco di doveri», segno di «una visione della vita sociale che non condivido, proprio alla luce del Vangelo». Ciò detto, spiega Marconi, «manifestare "contro" qualcuno mi sembra poco evangelico» ma «scendere in piazza per difendere i valori, i piccoli, i deboli chiedendo che si facciano leggi giuste e sagge mi sembra una cosa buona non solo per i credenti, ma per tutti gli uomini di buona volontà».

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