Il Centro d'accoglienza “Mondo Migliore”, a Rocca di Papa
Le contestazioni rivolte dalle cooperative Auxilium e San Filippo Neri alla congregazione dei Padri Oblati di Maria Vergine, proprietaria della struttura "Mondo Migliore" di Rocca di Papa, che gestisce direttamente dal primo ottobre assieme alla Croce Rossa, sarebbero «assolutamente contrastanti con la realtà dei fatti», perché i religiosi «vengono descritti quali mero strumento di politiche imprenditoriali scellerate, a discapito del bene primario della salute e della sicurezza dei migranti». Gli Oblati parlano solo attraverso avvocati e hanno affidato a uno studio legale la risposta ad alcuni articoli pubblicati, tra gli altri, anche da Avvenire. Articoli che, secondo i legali, riporterebbero in modo falsante, i giudizi delle due coop sull’operato della congregazione, e la vicenda relativa al futuro occupazionale di 36 dipendenti impegnati i questi anni nell’accoglienza dei migranti a Mondo Migliore. «L’Istituto – sostengono gli avvocati degli Oblati – ha sempre svolto la propria attività nel pieno rispetto e tutela dei migranti e di tutti coloro che, a vario titolo, hanno svolto e svolgono la loro attività all’interno del Centro».
«Non è vero – stigmatizzano i legali – che l’Istituto abbia sfruttato il Centro per perseguire scopi economici». Anche per questo nel 2016 si scelse di riaprire "Mondo Migliore" non più come centro congressuale ma «come struttura di prima accoglienza per i migranti». Gli avvocati dichiarano anche che «non è vero che gli operatori del Centro siano stati "sfrattati" e abbiano perso il lavoro a causa dell’Istituto»; e non sarebbe neanche vero che «il Centro sia stato gestito sinora dalla cooperativa San Filippo Neri; la precedente gestione era affidata a un’Ati di cui l’Istituto degli Oblati era la mandataria e di cui faceva parte la predetta cooperativa quale mandante». Infine, sottolineano i legali, la nuova gestione «è oggi affidata a un’Ati costituita tra i Padri Oblati (che garantiranno la continuità rispetto al passato) e la Croce Rossa italiana, soggetto di indiscutibile esperienza e professionalità nel campo dell’accoglienza ed assistenza ai migranti». Dai legali neanche una parola sulle persone che a tutt’oggi non sono state confermate nel lavoro che svolgevano presso il Centro e accanto ai migranti accolti.