giovedì 31 gennaio 2019
Le emergenze sociali al centro dei corsi dal 9 febbraio al 5 marzo: donne e minori vittime di violenza, inquinamento, economia malata, rischi del web. Gemellate anche le associazioni di volontariato.
Centinaia di figuranti animeranno le sfilate del 146° Carnevale di Viareggio (foto Fondazione Carnevale Viareggio)

Centinaia di figuranti animeranno le sfilate del 146° Carnevale di Viareggio (foto Fondazione Carnevale Viareggio)

COMMENTA E CONDIVIDI

Bullismo, povertà, potere economico malato, inquinamento,violenza sulle donne. Oggi c’è poco da stare allegri anche al Carnevale di Viareggio, la storica sfilata che da 146 anni mette alla berlina la politica, i potenti e i mali del nostro Paese e non solo. Mai come quest’anno, infatti, al centro dei giganteschi carri di cartapesta che sfileranno dal 9 febbraio al 5 marzo (martedì grasso) sui Viali al mare della città toscana, ci saranno i temi sociali più scottanti a livello mondiale al posto della satira politica, a parte un guerrafondaio Trump e qualche stoccata a Di Maio e Salvini.

Innanzitutto alla donna è dedicata l’edizione del Carnevale di quest’anno, che vedrà 5 sfilate alle quali sono previste 200mila spettatori l’una. Donne sono le autrici del manifesto ufficiale, Nicoletta Poli, e del manifesto d’autore, Graziella Marchi. E da una donna, Marialina Marcucci, è presieduto da tre anni il Carnevale di Viareggio. «I media e i social ci presentano tanti esempi di donne di successo, ma purtroppo anche troppi casi di donne vittime di violenze e abusi – spiega la presidente Marcucci ad Avvenire –. Il Carnevale è una festa popolare la cui tradizione affonda nella celebrazione della vita che rinasce. Proprio come la donna che è portatrice di vita». Per celebrare il genio femminile ad ogni sfilata verrà premiata da Ondina, simbolo del Carnevale viareggino insieme alla maschera di Burlamacco, una donna distintasi nel mondo dell’arte, dell’imprenditoria, dello spettacolo, del volontariato, «anche dell’ambito religioso dove ci sono figure di donne eccezionali» aggiunge la presidente. La prima ad essere premiata sarà Carla Fracci, durante il primo corso mascherato del 9 febbraio che vedrà alcuni carri che denunciano la violenza sulle donne, come Mama o non m’ama di Giampiero Ghiselli e Maria Chiara Franceschini, dove alcune figure femminili dal sogno d’amore si ritrovano a vivere un incubo quotidiano. O quello che, rappresentando una gigantesca Frida Khalo, ( Adelante di Lebigre e Roger) auspica una rivoluzione umana spinta dall’energia femminile, capace di superare ogni muro, cinismo e brutalità.

«I maestri costruttori scelgono i temi dei loro carri in totale autonomia e questa tendenza è in linea con l’attenzione all’attualità del nostro Carnevale». Viareggio resta poi una grande festa per le famiglie, fra costumi, musica, balli, centinaia di comparse e spettacolari ed enormi carri di cartapesta, fra cui verrà votato il migliore, creati da ben 23 ditte artigiane con più di 250 professionisti: 9 saranno i carri di prima categoria (veri e propri giganti viaggianti alti oltre 20 metri e larghi 12), 5 di seconda (che raggiungono i 14 metri), 9 mascherate in gruppo e 9 maschere isolate più un carro speciale dedicato a Jovanotti che aprirà le sfilate con i più affermati Dj italiani. Ciascuno dei cinque corsi mascherati vedrà la partecipazione attiva di altrettante associazioni legate al mondo del volontariato: Aido, l'associazione italiana donatori organi; Avis, l'associazione dei donatori di sangue; Amnesty International per i diritti umani; l'associazione Salvamamme con la sua testimonial Barbara De Rossi e infine i volontari dell'Osservatorio nazionale su bullismo e doping.

Fra i carri più impressionanti il Branco dei fratelli Breschi, dedicato al bullismo che nasce tra i banchi di scuola e porta alla formazione di bande criminali rappresentate da tre enormi iene che dilaniano il libro della vita. Il messaggio è forte: occorre rompere il silenzio su un fenomeno che rovina la vita a troppi giovani. I quattro cavalieri dell’Apocalisse di Giovanni cavalcano enormi destrieri come simbolo della vittoria del bene sul male, ma anche della guerra, dell’avidità e della morte nell’inquietante carro Per chi suona la campana di Carlo Lombardi, che richiama Hemingway: la campana suona per tutti, quindi liberiamoci dall’individualismo e rendiamoci partecipi del mondo.

Il mondo è inquinato dai nostri veleni e rifiuti, dobbiamo immediatamente invertire la rotta, dicono invece i carri allegorici L’ultima Biancaneve di Jacopo Allegrucci dove campeggia la terribile strega avvelenatrice, e Alta marea di Roberto Vanucci in cui una gigantesca balena si dimena tra rifiuti di ogni genere in un mare diventato pattumiera dell’umanità. Mare su cui si agitano disperati i migranti di La zattera di Franco Malfatti, sventolando i loro fazzoletti e tendendo le braccia in cerca di aiuto come nel celebre dipinto La zattera della medusa di Géricault. E poi, ancora la giostra della vita in balìa dei poteri economici forti, le prigioni della mente che sono diventati i nostri smartphone, la bramosia di vincere sempre e a tutti i costi. A Viareggio un sorriso, amaro, li seppellirà.

© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI

ARGOMENTI: