lunedì 24 ottobre 2016
Gli alunni delle scuole dell'infanzia di Alzano Lombardo inviano i loro disegni ai coetanei di Aleppo, in Siria
I disegni degli alunni di Bergamo per i bambini di Aleppo
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Il sole splende sempre in un cielo azzurrissimo, gli arcobaleni hanno ben più delle sette canoniche sfumature ma tutti i cuori sono rossi. Mentre le farfalle volano sopra prati di fiori colorati, i bambini si tengono per mano. E le facce sorridono: sprizzano allegria i tanti disegni che i bambini delle scuole per l’infanzia di Alzano Lombardo, in provincia di Bergamo, hanno colorato pensando ai loro coetanei di Aleppo, che per essere allegri motivi ne hanno pochini. Qualcuno arrotolato e chiuso con un nastro colorato, altri piegati come lettere, minuscoli o giganteschi i disegni dei bambini sono stati raccolti in una scatola e sono pronti per partire per la Siria, diretti verso i frati francescani che lo scorso 6 ottobre hanno riunito in una preghiera per la pace i bambini cristiani e musulmani di Aleppo.

Lo stesso giorno il cielo sopra il parco di Montecchio, ad Alzano Lombardo, in provincia di Bergamo, si è riempito di bianchi palloncini. Centocinquanta, almeno, liberati da altrettanti bambini delle scuole per l’infanzia della città: un modo semplice e alla loro portata per partecipare alla contemporanea preghiera di Aleppo.

Il lancio dei palloncini è stata la spettacolare la conclusione di un percorso portato avanti in classe dagli insegnanti delle tre scuole per l’infanzia cittadine – una statale, una parrocchiale e una parificata – che hanno guidato i loro alunni verso la comprensione di una situazione difficile da spiegare anche agli adulti.

Anima dell’iniziativa è stata Katia Syll, che nelle scuole di Alzano Lombardo si occupa come volontaria di promozione della lettura. «Ho voluto dimostrare ai frati francescani che operano ad Aleppo che anche qui, nel nostro piccolo paese, c’è chi li pensa e prega per loro. E con loro. Io e gli altri insegnanti abbiamo cercato una formula che fosse comprensibili anche ai più piccoli e in cui si potessero riconoscere i bambini di tutte le religioni, dato che le nostre scuole sono frequentate anche da alunni di altri credo».

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