giovedì 28 maggio 2020
Quando il 7 giugno chiuderà il dormitorio non sanno dove andare. Fanno appello alle istituzioni e alla generosità delle persone. Disposti a svolgere qualunque lavoro, lei è lievemente disabile
Gli sposi Silvia e Alessandro

Gli sposi Silvia e Alessandro

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Un amore più forte del coronavirus, temprato dalle difficoltà affrontate insieme, sulla strada, in dieci anni di fidanzamento. Silvia Vullo (36 anni) e Alessandro Cilieri (53 anni) si sono conosciuti sotto i portici del Crocifisso di Como e il 20 maggio scorso si sono sposati. Dopo il rito civile in Comune e le foto di rito, la festa di matrimonio è stata condivisa con quella che, dallo scorso inverno, è la loro ' famiglia allargata': gli ospiti del dormitorio per senza tetto gestito da Caritas, Croce rossa e dalla rete di volontari per la grave marginalità. Sono gli stessi che li hanno aiutati a trovare gli abiti da sposi, mentre due clochard, amici da tempo, sono stati i loro testimoni.

«Non abbiamo ancora le fedi, ci siamo scambiati gli anelli che portiamo dal 2010 – ci dicono mentre mostrano orgogliosi gli anulari –, ma i negozi erano tutti chiusi e non siamo riusciti a comperarle». Le nozze, però, no: per quelle nessun posticipo. «Un paio di settimane fa ho chiamato il Comune, perché ero convinta che le avremmo dovute rimandare – racconta Silvia –. Invece ci hanno confermato la data».

Il proverbio dice 'due cuori, una capanna', per Silvia e Alessandro l’unico punto fermo sono i cuori. «Il prossimo 7 giugno il dormitorio chiuderà – riflette il neo-sposo – il mio sogno è trovare un appartamento, perché non voglio che Silvia debba continuare a vivere per strada». Entrambi disoccupati, sarebbero disponibili a svolgere qualsiasi mansione, da subito. Silvia ha una piccola disabilità e può lavorare solo da seduta. Alessandro, in passato, faceva di tutto fra i banchi del mercato, poi un grave infortunio lo ha messo all’angolo.

Oggi ci sono il reddito di cittadinanza e il Centro di Ascolto a dare sostegno. Tutta la loro vita sta in quattro valigie e l’interruzione del dormitorio stagionale (servizio che Caritas e volontari hanno prolungato per far fronte all’emergenza Covid) li preoccupa. «Noi siamo giovani, ce la possiamo fare, ci sosteniamo a vicenda, non siamo mai soli. Ma ci sono altri che sono anziani, malati e stare in strada non è semplice». Silvia e Alessandro fanno appello alle istituzioni e a chi ha risorse da poter mettere a disposizione. «Incontriamo tante persone generose: anche chi ha poco condivide quello che ha». Come affronterete il futuro? «Quando ci si vuole bene e c’è fiducia l’uno nell’altro, le difficoltà non fanno paura» . «La loro storia – commenta il direttore di Caritas Como Roberto Bernasconi – è motivo di speranza. Ci dimostra che l’amore sa andare oltre qualsiasi tipo di fatica» .

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