sabato 8 febbraio 2020
Nel rapporto inviato al Governo a fine 2018 si accendeva il faro sulle "interferenze" dei lavori ordinari e straordinari sulla normale circolazione ferroviaria
I cantieri? Sono la causa di un incidente su tre

Ansa

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«Con riferimento all’intero sistema ferroviario si evidenzia il permanere di problematiche a carattere tecnico legate in particolare alla manutenzione dell’infrastruttura e dei veicoli». Lo scrive l’Agenzia nazionale per la sicurezza delle ferrovie nell’ultima relazione inviata al Parlamento, a fine 2018, che dedica un intero capitolo alle 'Iniziative per la mitigazione delle problematiche manutentive'. Tra queste, a pagina 15 si legge che «al Gestore dell’Infrastruttura Rfi è stato inoltre chiesto l’avvio di un processo di valutazione delle procedure e dei sistemi che disciplinano le attività correlate alla gestione dei cantieri di lavoro ferroviari per incrementare i relativi livelli di sicurezza e attuare le prescrizioni in materia di interferenza dei cantieri con la circolazione ferroviaria».

Quella parola 'interferenza' sembra proprio, almeno sulla base di quanto sta emergendo, la descrizione di quanto accaduto al Frecciarossa a Lodi. Ma non un caso unico. Infatti l’Agenzia sottolinea come «le problematiche manutentive, seppure in diminuzione in valore assoluto rispetto all’anno precedente, sono alla base di circa un terzo del totale degli incidenti e dei cosiddetti precursori». L’Ansf ricorda che dopo l’incidente di Pioltello del 25 gennaio 2018 che provocò tre morti e 46 feriti, «ha emesso una circolare rivolta a tutti gli Operatori ferroviari e ha impartito ulteriori e specifiche disposizione nei confronti del Gestore dell’infrastruttura Rfi, definendo azioni immediate a breve e a lungo termine finalizzate ad un riesame complessivo dei processi interni per garantire un efficace presidio dei processi manutentivi di propria competenza».

E l’Agenzia, evidentemente preoccupata, insiste sul tema, sottolineando di aver «posto, tra le priorità dell’attività di supervisione, la verifica del processo manutentivo e la formazione del personale ad esso preposto, organizzando audit e ispezioni mirate e chiedendo opportuni ritorni di esperienza a seguito di incidenti ed inconvenienti ».

E «tra gli obiettivi e le aree di criticità relative» ha identificato come area di intervento per gli Operatori ferroviari, da sviluppare nell’ambito dei Piani della Sicurezza, «il miglioramento dell’attività manutentiva: prevedendo un’accurata organizzazione del lavoro; verificando capillarmente l’applicazione delle procedure interne; ottimizzando la formazione del personale; incrementando l’ergonomia delle strumentazioni di lavoro; dotandosi di sistemi di monitoraggio interno della esecuzione della manutenzione e di controllo della parte affidata a soggetti esterni; assicurando una maggiore solidità degli interventi in materia di sicurezza attraverso: la collaborazione tra Operatori ferroviari e tra questi e gli altri soggetti (soggetti responsabili della manutenzione, detentori, costruttori); lo scambio di informazioni».

A queste richieste il Gestore dell’infrastruttura Rfi ha comunicato «di aver individuato le seguenti azioni da intraprendere per migliorare la sicurezza in esercizio: sviluppo e applicazione progressiva di soluzioni tecnologiche che riducano al massimo possibile la discrezionalità e la libertà di azione degli agenti manutentivi; miglioramento continuo della formazione del personale addetto a mansioni di sicurezza e delle specifiche metodologie operative di lavoro; monitoraggio sul rispetto dell’applicazione delle procedure operative che regolamentano l’esecuzione delle attività ». Ovviamente tutto ora da verificare dopo la tragedia di due giorni fa.

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