giovedì 3 agosto 2017
Il titolare dell'albergo (denunciato) ha anche scritto: «Non posso mettere ragazzi di colore in sala, qui in Romagna la gente è molto indietro come mentalità», offendendo anche i romagnoli.
Il messaggino razzista (Ansa)

Il messaggino razzista (Ansa)

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Il colore della pelle non si intona con il servizio di sala. Così salta l’assunzione di un ragazzo in un hotel di Cervia.

Paolo, 29 anni, italiano e residente a Milano, ma brasiliano di origine, con esperienza nel settore (anche la scorsa stagione aveva lavorato sulla riviera romagnola), nella prima settimana di giugno risponde a un annuncio di lavoro su internet. Contatta telefonicamente il proprietario dell’albergo, dal quale riceve assicurazione per l’assunzione una volta forniti i documenti necessari. Paolo invia per email la carta d’identità, ma invece della risposta attesa, il 18 giugno scorso, il giorno prima della partenza per Cervia - a valigie già pronte - si trova sul telefonino il messaggio discriminatorio che non avrebbe mai voluto leggere: "Mi dispiace Paolo ma non posso mettere ragazzi di colore in sala, qui in Romagna la gente è molto indietro come mentalità. Scusami ma non posso farti venire giù ciao". In calce la firma dell’albergatore.

Il testo integrale del messaggio razzista è stato reso noto dalla Filcams Cgil di Ravenna. «Siamo di fronte ad un evidente caso di discriminazione razziale in cui a un danno patrimoniale per avere perso la stagione lavorativa – commentano dal sindacato ravennate che si occupa del settore turistico – si somma l’umiliazione e la profonda ingiustizia di cui si è vittima. Nessuno può essere discriminato in base al colore della pelle».

Incredula. Stupefatta. Ma anche tanto arrabbiata per il trattamento subito è la madre del ragazzo.«"L’unico problema vero, è evidente, è il colore della pelle di mio figlio, che l’albergatore ha visto solo quando lui gli ha mandato la carta d’identità», dice Paola. Il ragazzo ha deciso di dare seguito alla vicenda, prima rivolgendosi ai carabinieri di Cervia poi al sindacato perché il caso abbia un rilievo sociale. «A quanti come mio figlio sarà successo? – si chiede la madre –. In questo modo cerchiamo di dare voce anche a loro».

In realtà «è la prima volta che ci troviamo di fronte ad un caso del genere.– fa sapere Roberto Cornigli, segretario generale Filcams Cgil –. In precedenza, si sono verificati sporadici casi di affermazioni verbali riferite al colore della pelle in situazioni di rapporti di lavoro difficili o da interrompere. La Romagna saprà distinguersi dall’inaccettabile connotazione riservatale dall’albergatore. Gli imprenditori romagnoli non sono razzisti, la Romagna non è affatto culturalmente arretrata».

«L’unico "indietro" è l’albergatore in questione», è l’amaro commento del sindaco di Cervia, Luca Coffari. «Si tratta di un fatto di particolare gravità che non appartiene alla cultura della nostra città e nulla ha a che fare con la nostra realtà lavorativa e imprenditoriale, - argomenta il primo cittadino - che da sempre si avvale di maestranze provenienti da ogni luogo e da ogni parte del mondo, senza mai effettuare discriminazioni di razza, etnia o religione».

Paolo è nato in Brasile ma vive in Italia dall’età di 3 anni e mezzo. Inoltre, non era al primo impiego, avendo già maturato esperienza nel settore, anche sulla Riviera romagnola, dove era pronto a tornare per la stagione giugno-settembre. «Quando ha letto il messaggio è rimasto basito, – assicura la madre – non sapeva cosa dire». La Cgil «adotterà tutti gli strumenti necessari per tutelare il lavoratore»: è già scattata una denuncia nei confronti dell’albergatore dal messaggino razzista.

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