lunedì 4 marzo 2019
Proseguono le ricerche di Daniele Nardi e Tom Ballard. Dopo la perlustrazione aerea, ora si cerca di raggiungere il Campo 2 e proseguire con l'aiuto dei droni.
Esito negativo del primo sorvolo fino a quota 7.100
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Ha avuto esito negativo la perlustrazione fino a quota 7.100 metri sul versante Nord occidentale del Nanga Parbat alla ricerca di Daniele Nardi e Tom Ballard, effettuata oggi da un elicottero militare pachistano. Lo stesso velivolo ha trasportato la squadra di soccorritori del basco Texikon, depositandola a 4.850 metri tra il campo 1 e il campo 2. Texikon, assieme a un altro alpinista, sta ora cercando di raggiunge a piedi il campo 2 mentre si stanno preparando i droni per una perlustrazione più accurata.

Domenica, la fidanzata di Tom Ballard, l'italiana Stefania, residente a Vigo di Fassa, aveva detto "Non c'è più speranza". Non è l'unica, purtroppo a pensarla così. Anche alpinisti famosi, con alle spalle diversi 8mila, confermano la difficoltà di resistere a quelle quote, in condizioni estremamente difficili.

L’ultimo contatto con Daniele Nardi e Tom Ballard risale a domenica 24 febbraio. L’alpinista italiano comunicava al proprio staff di aver raggiunto quota 6.300 metri per poi ridiscendere al campo 4. «Il meteo non è buono, c’è stata nebbia, nevischio e raffiche di vento», è l’ultimo messaggio arrivato dal Nanga Parbat. Poi solo il silenzio e l’angoscia di parenti e amici che, da una settimana ormai, aspettano di ricevere notizie dei propri cari. Anche alpinisti di altre spedizioni, di stanza al campo base del K2, si sono messi a disposizione, ma finora dalla montagna non è stato rilevato alcun segnale.

Sotto il testo della lettera della sorella Kate al fratello Tom Ballard.

Dobbiamo ancora scalare

tante montagne insieme, Tom

Sei forte come una roccia

Ad ogni tuo respiro, le montagne respirano con teLe stelle brillano nel tuo cuore

La luna ti illumina nell'oscurità

Il sole si irradia sopra di te

Madre Terra e nostra madre in cielo

sono con te

E ti stringono forte al loro seno

Si prendono cura di te

E ti amano

Ho fiducia nelle montagne

Ho fiducia in te

Ritorna presto da noi

Ti vogliamo bene


Anche la burocrazia si è messa di traverso nelle operazioni di soccorso a Daniele Nardi e a Tom Ballard, inglese ma da anni residente a Vigo di Fassa, in Trentino, da domenica dispersi a seimila metri di quota sullo Sperone Mummery del Nanga Parbat (8.126 metri, in Pakistan), la nona montagna più alta della terra. Non bastassero le difficili condizioni meteo, che hanno costretto più volte a rimandare l’intervento dei soccorritori, ieri è intervenuto anche il problema del pagamento anticipato dell’agenzia pachistana che gestisce i collegamenti con gli elicotteri. Nonostante la famiglia di Nardi si fosse resa disponibile a versare l’ingente somma richiesta, soltanto l’intervento del nostro ambasciatore a Islamabad, Stefano Pontecorvo, ha permesso di sbloccare la situazione, ma ormai il meteo era nuovamente peggiorato, costringendo di fatto a rimandare tutto a questa mattina.

Le proibitive condizioni del tempo, con il pericolo costante di valanghe, hanno anche impedito agli elicotteri di trasportare in quota una squadra di alpinisti russi, di stanza al campo base del K2, che si era resa disponibile per un tentativo di perlustrazione della parete, nella zona del campo 3, dove l’altro giorno sono state avvistate le tende coperte dalla neve. Sempre questa mattina sarà effettuato il recupero dell’alpinista spagnolo Alex Txikon, anch’egli al campo base del K2, che ha con sé tre potenti droni, dotati di telecamere, con i quali perlustrare nuovamente la montagna, in cerca di un qualche segno dei due alpinisti, di cui non si hanno notizie da domenica. «Nardi e Ballard sono scomparsi sulla montagna più grande del pianeta», ricorda Simone Moro, unico alpinista al mondo ad aver salito quattro Ottomila in inverno: Shisha Pangma nel 2005, Makalu nel 2009, Gasherbrum II nel 2011 e Nanga Parbat nel 2016. Profondo conoscitore della montagna e delle condizioni in cui si trova in questa stagione, con «temperature costantemente intorno ai 40 gradi sotto zero e venti che arrivano a soffiare anche a 150 chilometri all’ora», l’alpinista bergamasco ricorda che, proprio lo Sperone Mummery, dove si trovano Nardi e Ballard, è «costantemente flagellato dal distacco di enormi blocchi di ghiaccio dalla crepaccia sommitale, il più piccolo dei quali è grande come un frigorifero».

«Lassù le condizioni sono difficilissime, direi proibitive», sottolinea Moro, che è anche esperto di soccorso in alta quota e, nel 2001, rinunciò a salire il Lhotse, per salvare la vita a un alpinista inglese infortunatosi a ottomila metri. Un gesto di altruismo e generosità che gli valse la medaglia d’oro al valor civile. «In questa situazione – conclude Moro – l’unica speranza sono l’elicottero e i droni. Personalmente, non manderei nessuno via terra. È troppo pericoloso ». La pensa così anche Reinhold Messner, il primo uomo al mondo ad aver salito tutti i 14 Ottomila della Terra. «Non c’è grande speranza che sia ancora possibile trovarli vivi», dice l’alpinista altoatesino. «Secondo me – spiega Messner – sono stati travolti da una valanga, caduta dai tre seracchi che stanno sopra lo sperone Mummery, a sinistra e a destra». Intanto passano i giorni ed è sempre più attesa e ansia in Italia. A Latina, dove vive la moglie di Daniele Nardi che si è trincerata nel silenzio da quando l’ha sentito l’ultima volta, domenica scorsa. Ma anche in Trentino, in Val di Fassa dove l’inglese vive da anni. Dopo essere arrivato qui per allenarsi e dove ha trovato anche l’amore. A Vigo di Fassa c’è infatti una fidanzata italiana, Stefania, anche sua compagna di corda, che lo sta aspettando. Stefania è trentina ed è figlia di Bruno Pederiva, noto alpinista locale. Ballard e Bruno Pederiva hanno più volte arrampicato e scalato assieme.

Tom è molto conosciuto nella valle. Vive con il minimo indispensabile per potersi dedicare alla sua grande passione, la montagna. Sulle Dolomiti l’alpinista inglese ha aperto circa duecento vie in solitaria. L’Italia è la sua casa, era solito dire in paese dove aveva particolarmente colpito la sua storia familiare (la madre era morta durante il tentativo di scalare il K2). C’è ansia anche in Sud Africa, dove attualmente vive la sorella di Tom, Kate. Grande viaggiatrice e amante della montagna, Kate è stata più volte in Nepal, vicino a quei monti che le hanno portato via la madre e dove ora si trova suo fratello. Kate ieri mattina ha preso carta e penna e ha scritto una preghiera (che Avvenire pubblica in alto, vicino alla foto). Parole di speranza e fiducia, in attesa di notizie, da quelle montagne lontane.

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