C’è bisogno di nuove misure subito, già nei prossimi giorni, per sostenere la crescita e mettere in sicurezza il Paese, perché «i mercati e gli speculatori non vanno in ferie, non si può rinviare a settembre». Raffaele Bonanni è molto preoccupato. «Stiamo vivendo un punto molto delicato della nostra vita nazionale» e occorre agire con «molta rapidità». Nel suo discorso alla Camera il premier Silvio Berlusconi è stato «generico», afferma il segretario della Cisl. E ora si dovrà «verificare se le parole si traducono in fatti e in decisioni rapide e positive». Per questo l’incontro di stamattina con i sindacati e gli imprenditori rappresenta un «ultimo appello» per trovare soluzioni. Per riuscirsi il governo «deve favorire una condivisione delle cose da fare» con l’opposizione e questa deve rendersi disponibile, come avviene anche in altri Paesi.
Segretario Bonanni, il discorso del premier è stato all’altezza delle sue attese?Il fatto che Berlusconi abbia accettato il confronto sollecitato dalle parti sociali è di per sé positivo. In verità però le linee guida esposte sono molto, molto generiche. Come generiche sono state le risposte delle opposizioni. Vedremo nell’incontro di domani (oggi per chi legge, ndr) e nei prossimi giorni se c’è la volontà di fare davvero delle cose, se c’è quella discontinuità che le forze sociali hanno richiesto».
Nel concreto cosa chiede all’esecutivo?Vogliamo capire cosa si propone per dare subito più energia alla crescita del Paese. Ad esempio se non si ritiene di anticipare qualche punto della delega fiscale. Con sgravi sui redditi dei lavoratori per sostenere i consumi, che sono molto bassi, e un taglio delle tasse per le imprese che investono».
Ma per farlo servono risorse.La copertura potrebbe arrivare da una patrimoniale che escluda le prime case e da un anticipo degli interventi sulle rendite finanziare. Inoltre bisogna stringere e non allargare le ganasce fiscali: è così che sono stati recuperati 25 miliardi di evasione, non era mai accaduto.
Fisco e cos’altro?Le infrastrutture. Oggi si è avviato lo sblocco di sette miliardi per il Sud. Bene, ma c’è una lunga storia di stanziamenti annunciati e di cantierizzazioni mancate. Proprio perché i soldi pubblici sono pochi, l’efficacia degli investimenti è essenziale. Si invocano politiche anticicliche poi tutto si ferma per la sciatteria, o peggio, delle pubblica amministrazioni e per i troppo no dei comitati vari. Una novità vera sarebbe quella di affidare le opere pubbliche a commissari di specchiata onestà in vece delle amministrazioni.
Un altro intervento che avete sollecitato riguarda i costi della politica.Per ora non ci siamo. Quando si chiedono sacrifici ai cittadini anche per la politica ci devono essere immediate conseguenze. Inoltre occorre una revisione profondissima dell’assetto amministrativo per ridurre i costi e aumentare l’efficienza. Tutta la classe politica fa finta di nulla e invece occorre far dimagrire le Regioni, tagliare le Province e consorziare i piccoli Comuni, oltre che tagliare e accorpare le municipalizzate: in Italia abbiamo 27mila amministratori di aziende
in house degli enti locali.
Nel suo intervento Berlusconi ha annunciato una riforma dello Statuto dei lavoratori. Che ne pensa?Di questi argomenti credo che debbano essere prima di tutto le parti sociali a occuparsene. Sarebbe sgradevole se il governo intervenisse senza che sia arrivata una richiesta da imprese e sindacati. Piuttosto sono le relazioni industriali che possono sollecitare gli investimenti. Per questo chiediamo un rafforzamento della detassazione sui contratti di secondo livello.
Il premer parla della stabilità politica come di «arma vincente contro la speculazione». È d’accordo?La stabilità è importante se rende fattibili le cose di cui c’è bisogno. Ma non è il sindacato a dover rispondere sull’efficienza dei governi e dei singoli ministri. La Costituzione prevede due arbitri, il Parlamento e il presidente della Repubblica.