venerdì 15 marzo 2013
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​Il movimento 5 Stelle chiederà la diretta streaming di tutti gli incontri istituzionali e con le altre forze politiche cui parteciperanno suoi esponenti: «Non ci saranno stanze segrete». Anche per il Quirinale? «La chiederemo, ma la vedo dura...», ha risposto ai cronisti Vito Crimi, capogruppo designato per il Senato.Avrebbero voluto in diretta web anche l’incontro programmato per ieri con il Pd, ma non c’è stato. Prosegue, dunque, la campagna in nome della trasparenza on-line condotta dal movimento di Grillo, che del web ha fatto un suo punto di forza. Ma al leader arriva un’accusa pesantissima dalla tanto osannata stampa estera. È «l’uomo più pericoloso d’Europa». Così almeno il settimanale tedesco <+corsivo>Der Spiegel<+tondo>, nell’edizione on-line, titola un fondo del suo columnist Jan Fleischhauer, secondo il quale il leader del M5S viene «visto anche in Germania come una speranza, ma il suo antiparlamentarismo radicale è in sostanza antidemocratico».Lui intanto continua a sbattere violentemente porte in faccia agli altri partiti. Con poche parole che inceneriscono in particolare la strategia del Pd: «È meglio un salto nel buio che un suicidio intellettualmente assistito», dice in un tweet che rimanda ad un articolo ospitato sul suo blog a firma di Paolo Becchi. È un invito a «non ascoltare le sirene» di Pier Luigi Bersani. «Ormai siamo in guerra e, se moriremo, lo faremo solo sul campo di battaglia delle prossime elezioni».Reitera, poi, l’appello ai partiti e in particolare al Pd, affinché invitino i loro parlamentari a ridursi l’indennità, sull’esempio dei 5 Stelle. Grazie al quale lo Stato, calcolano, risparmierà oltre 12 milioni all’anno. Mentre se ogni parlamentare ne seguisse l’esempio sarebbero 70 milioni, pari a 350 milioni per l’intera legislatura.Intanto a Montecitorio i neoeletti si sono divisi in due gruppi: uno presso la commissione Agricoltura, l’altro presso la Sala della Regina sul piano della presidenza. Il primo sta selezionando gli oltre 19mila curricula inviati al M5S per i ruoli di assistenti parlamentari. Il secondo lavora, invece, alla questione degli indennizzi: l’obiettivo è ridurli, così come promesso in campagna elettorale, ma si cerca una soluzione per la questione del cumulo fiscale. I neoeletti, infatti, pur rinunciando volontariamente a parte dello "stipendio parlamentare" in un fondo da definire, il prossimo anno dovranno indicare l’intero stipendio nella dichiarazione dei redditi e su questo dovranno pagare le tasse. Per vigilare sul budget delle Camere, infine, i "grillini" non intendono rinunciare ad avere i questori, anche se un loro candidato dovesse avere la presidenza dell’aula. «Lotteremo fino alla fine», dice battagliera la capogruppo in pectore a Montecitiorio, Roberta Lombardi.
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