lunedì 14 aprile 2014
Il testo di "Se questo è un uomo" parafrasato sul blog per attaccare Napolitano e Renzi. La rabbia delle comunità ebraiche.
La poesia di Levi, gli slogan di Grillo  di A. Zaccuri 
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Un paese in mano a mafie e P2, comandato da un "vecchio impaurito" che "ignora la Costituzione" e che ha eletto leader "un volgare mentitore", un "buffone di provincia". Beppe Grillo, dal suo blog, attacca Napolitano e Renzi con una sorta di poesia che si ispira a "Se questo è un uomo" di Primo Levi, ispirata alla tragedia della Shoah, trasformata in "Se questo è un paese". Sopra al lungo esercizio poetico di Grillo campeggia la famosa foto del cancello di Auschwitz con la scritta "Arbeit Macht Frei", ma trasformata in "P2 Macht Frei" nel montaggio del blog. Lo scritto provocatorio è rivolto a chi non si interessa della cosa pubblica. Grillo parla dei tg con "visi di mafiosi e piduisti sullo schermo", di "un Paese che vive nel fango, che non conosce pace, ma mafia", in cui "c'è chi lotta per mezzo pane e chi può evadere centinaia di milioni", dove c'è gente che "muore per un taglio ai suoi diritti" nella "indifferenza dell'informazione". "Considerate - scrive Grillo - se questo è un Paese/nato dalle morti di Falcone e Borsellino/dalla trattativa Stato mafia/schiavo della P2". Un paese, insiste, "comandato da un vecchio impaurito/delle sue stesse azioni/che ignora la Costituzione". Un paese, continua, "che ha eletto come speranza un volgare mentitore/ assurto a leader da povero buffone di provincia". Un paese "consegnato da vent'anni a Dell'Utri e a Berlusconi/ e ai loro luridi alleati della sinistra". Grillo attacca poi l'uso della donna "usata per raccogliere voti, per raccontare menzogne su un trespolo televisivo". "Meditate - è il monito - che questo AVVIENE ORA e che per i vostri figli non ci sarà speranza/per colpa della vostra ignavia, per aver rinnegato la vostra Patria/vi comando queste parole./Scolpitele nel vostro cuore/stando in casa andando per via/coricandovi, alzandovi/Ripetetele ai vostri figli/O vi si sfaccia la casa/la malattia vi impedisca/i vostri nati torcano il viso da voi". Forti le reazioni polemiche, anche per l'uso ironico della tragedia della Shoah. Tra i primi a reagire alla storpiatura di Primo Levi e all'uso modifcato dell'immagine del campo di sterminio è stato il presidente dell'Unione delle Comunità ebraiche italiane, Renzo Gattegna. "Infame provocazione - ha detto senza giri di parole -, oscenità sulla quale non è possibile tacere". Gattegna ha poi sottolineato che è una "provocazione" per "solleticare i più bassi sentimenti antisemiti e cavalcare il malcontento popolare che si addensa inquesti tempi di crisi". "Si tratta - ha concluso - di una profanazione criminale del valore della Memoria e del ricordo di milioni di vittime innocenti che offende l'Italia intera". "Grillo è indecente. Eviti di tirare in ballo Auschwitz e la Shoah. Non tutto può e deve essere permesso in campagna elettorale". Afferma, tra gli altri, il deputato del Pd Edoardo Patriarca. "Grillo provi a pensare come si possono sentire i parenti di coloro che sono morti nei lager nazisti. Ma evidentemente a lui non importa nulla - continua Patriarca - È quella un'offesa nei confronti di tutto il popolo italiano e non solo nei confronti della comunità ebraica". "Nessuno osi strumentalizzare e distorcere la memoria della Shoah. Quello di cui si è reso capace Grillo è vergognoso e merita la più ferma condanna, ci auguriamo in primis da chi, sbagliando, gli ha dato il proprio voto". Ha dichiarato Stefania Prestigiacomo, deputato di Forza Italia.

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