mercoledì 19 febbraio 2014
COMMENTA E CONDIVIDI
Grillo ha pianificato la strategia ieri mattina presto, in autostrada, mentre era in macchina con il suo fidatissimo assistente, Pietro Dettori. «Vedrai, Renzi vorrà parlare del programma, ma non riuscirà ad aprire la bocca - ha anticipato al compagno di viaggio -. Lo asfalterò a suon di insulti». Detto, fatto.Renzi, invece, impegnato nella formazione della squadra di governo, ha avuto molto meno tempo per pensare all’incontro con il fondatore di M5S. A sera, però, confidava ai suoi una certa soddisfazione: «Se fossi stato solo il segretario del Pd sarei saltato sul tavolo... Ma da presidente incaricato dovevo stare sereno e ci sono riuscito».È stata la prima volta di Grillo a "confronto" con il leader di un altro partito. Dovevano essere consultazioni - come aveva stabilito il voto online degli attivisti sconfessando il parere dei vertici - in realtà si è trattato di un monologo di Grillo, che più volte ha impedito la replica all’avversario politico con metodi verbali poco democratici. Alla fine dello streaming, in diretta dalla Sala del Cavaliere di Montecitorio, sono rimasti dieci minuti di colloquio - si fa per dire - fine a se stesso. E zero secondi di contenuti. La colpa è da attribuire per intero al comico genovese. «Non sono democratico con voi - ha ammesso -. Non abbiamo tempo da perdere». La linea era stata comunicata qualche minuto prima di cominciare a un gruppo di parlamentari fedelissimi. «Ma se la risposta della sinistra è Renzi, la domanda qual è stata?», si è scaldato Grillo con i suoi nella sala a fianco, come ha certificato un video pubblicato dal deputato Manlio Di Stefano.Eppure, inizialmente, l’ex-sindaco di Firenze ha provato a rompere il ghiaccio con parole garbate. «Noi non vi chiediamo alcun accordo né il voto di fiducia - ha esordito -. Vogliamo raccontarvi cosa vogliamo fare nei prossimi 3-4 mesi…». Niente da fare. Grillo ha resistito un giro di lancette. Poi è scattato il via all’offensiva. «Non voglio parlare del programma. Sono venuto a dimostrarti la nostra totale indignazione per quello che rappresenti: tu non sei credibile». E ancora: «Rappresenti le banche, un potere marcio, i nostri nemici fisici». L’atteggiamento ha impedito qualunque tipo di discussione civile su temi e riforme: «Sei un giovane vecchio». Nelle rarissime pause, Renzi è riuscito a lanciare qualche frecciatina pesante: «Non è il trailer del tuo show. Se sei in difficoltà sulla prevendita ti do una mano…». Gli altri partecipanti al duello - da Del Rio al vice presidente della Camera Di Maio - hanno fatto da spettatori. Il ministro per gli Affari regionali ha provato a intervenire: «Io parlo con lui (Renzi, ndr) - ha reagito Grillo -. Tu pensa alla raccolta differenziata a Reggio Emilia…».Il premier incaricato le ha tentate tutte. Con uno stile sobrio, senza eccessi. Ha chiesto la parola: «Posso?». «No, neanche un minuto», è stata la risposta. Alla fine, tuttavia, Renzi si è spazientito. «Beppe, esci da questo blog», è stata la frase secca che ha chiuso il match. I due si sono alzati all’unisono. Stratta di mano veloce. Poi Grillo ne ha approfittato per uscire di corsa e dar vita a un secondo round con i giornalisti, considerati come sempre «morti che camminano». «Questa è una guerra - urlato -. Non ci sono alternative: o vinciamo o perdiamo». Provato dal doppio show in meno di 24 ore tra Sanremo e Camera, il leader è rimasto chiuso dieci minuti in una stanza con altri sei deputati. Poi la fuga, dopo il pranzo in un ristorante appena fuori Roma. Renzi, invece, - dopo la sfida - è stato molto più ficcante con il leader genovese: «Mi aspettavo qualcosa di più, soprattutto per lui - ha commentato -. Vedevo le facce imbarazzate dei suoi…». Su Twitter, l’appello finale rivolto all’elettorato grillino deluso: «Mi spiace tanto. Meritate di più, amici. Ma vi prometto che cambieremo l’Italia, anche per voi».
© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI

ARGOMENTI: