martedì 29 marzo 2016
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Il parroco di Fiumicello: troppi errori dall’Egitto, basta con le messe in scena FIUMICELLO (UDINE) «Cari Paola e Claudio, vi siamo vicini anche in queste ore così dolorose, con la serenità della Pasqua. Siate di conforto anche dal Senato, come continuate ad esserlo per tutta la nostra comunità. Che ha sempre conosciuto ed ammirato la limpidezza di Giulio » . Paola e Claudio sono i genitori di Giulio Regeni, il ricercatore torturato ed ucciso in Egitto. Oggi per la prima volta parleranno, a Palazzo Madama, della vicenda del figlio e di due mesi di ricostruzioni fasulle e mezze verità. Chi si rivolge a loro adesso è il parroco, don Luigi Fontanot, da 10 anni alla guida della comunità, ma già 40 anni fa cappellano di Fiumicello. In che misura lei, che di Giulio è stato un amico e confidente, e la sua comunità siete feriti dalle indiscrezioni sempre più contradditorie che arrivano dal Cairo? L’ho detto il giorno di Pasqua, durante l’omelia: leggiamo giustificazioni che in verità sembrano giustificare solo gli errori delle autorità egiziane. Fiumicello non crede a nessuna di queste presunte spiegazioni, proprio perché sa com’era Giulio. E com’era Giulio? Un ragazzo limpido, pulito, aperto, con mille interessi, studioso, rispettoso di tutte le differenze. Capace di incuriosirsi e appassionarsi fino in fondo per ciò che scopriva. Nulla a che vedere, insomma, con le ricostruzioni delle ultime settimane, che sembrano pescare sempre più nel torbido... Siamo di fronte a una messa in scena davvero insultante. Anche le voci sulla droga sono l’ennesimo tentativo di depistare le indagini. Si arriverà mai alla verità? Preghiamo proprio per questo. Giulio cercava proprio la verità, girando il mondo per capire la sostanza delle differenze. Era un testimone di questa ricerca e come tale non possiamo tradirlo. Fino alla verità che contempliamo in questi giorni della Risurrezione. E debbo ammettere che in questi primi mesi, dalla sua morte, la comunità di Fiumicello è come risorta: nella solidarietà, nella sensibilità dell’uno per l’altro, nell’attenzione alla sofferenza, nella misericordia. Quanto più contradditorie sono le indiscrezioni che arrivano dall’Egitto, tanto più marcata è la volontà di tutti di voltar pagina e di ritornare a quei valori fondamentali che si stavano perdendo. Quali valori? I valori della comunità contadina che Fiumicello era un tempo. E che, guarda caso, hanno sempre riempito la vita di Giulio. Quando ritornava dai suoi studi, in Egitto piuttosto che in Messico o in altri Paesi, mi riferiva con straordinario entusiasmo di ciò che scopriva. In particolare, guarda caso, delle diversità religiose che incontrava e che, secondo la sua analisi, potevano essere ricondotte a unità. Un esempio, una testimonianza? L’ultima volta che ritornò dall’Egitto venne a trovarmi perché gli spiegassi puntualmente l’unica origine del cristianesimo, dell’islam e dell’ebraismo. Vivendo in queste terre, quasi di confine, aveva assunto le diversità come un’espressione naturale, però ci teneva a ricondurle a unità, perché – diceva – tutto si tiene. E con questo spirito, ritengo, ha condotto anche le sue ricerche. Giulio soffriva per le contrapposizioni, tanto più per la violenza, la guerra. Ne parlava con me, ma anche con i tanti amici che aveva in paese. I genitori e la sorella di Giulia non si sono chiusi nel loro dolore, ma con semplicità frequentano Fiumicello, tappezzato in questi giorni di striscioni gialli con la scritta «La verità per Giulio Regeni». La testimonianza della famiglia Regeni ha aiutato quella che mi permetto di chiamare la 'risurrezione' della comunità. Rimasto sconvolto per essere stato posto al centro di una tragedia come questa, anziché chiudersi nel dolore, Fiumicello ha colto il ritorno molto semplice alla vita di tutti i giorni dei familiari di Giulio come sollecitazione a condividere insieme i propri sentimenti, facendo davvero unità nella diversità. Ed oggi ci ritroviamo come in una famiglia allargata che piange il suo figlio, ma nel conforto della Pasqua. © RIPRODUZIONE RISERVATA Don Luigi Fontanot Giulio Regeni
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