sabato 3 luglio 2010
La denuncia vicepresidente della commissione Antimafia Granata: «È stato violato il codice etico. Sia tra le candidature, sia tra gli eletti ci sono infiltrazioni e zone d'ombra». Il Procuratore Nazionale Antimafia: «Nessuna sorpresa ma sono problemi politici e che quindi giustamente se ne occupa la politica».
- Approvato dal Senato il nuovo Codice antimafia
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È stato «violato il codice etico Antimafia» perchè «alcuni partiti e alcuni candidati alla Presidenza delle Regioni non hanno vigilato come era richiesto e doveroso». Lo sostiene il  vicepresidente della commissione Antimafia Fabio Grranata che annuncia: «Alla ripresa riferiremo alle Camere».«Nonostante la condivisione teorica al codice etico promosso dalla commissione Antimafia, sia tra le candidature che tra gli eletti - spiega il finiano - ci sono infiltrazioni e zone d'ombra. Nonstante la carente collaborazione delle Prefetture stiamo ricomponendo il quadro e riferiremo alle Camere. La politica rompa ogni ambiguità nella lotta alla mafia».Il Procuratore Nazionale Antimafia Piero Grasso non è "sorpreso" dalla denuncia del vicepresidente della Commissione Antimafia Fabio Granata sulla violazione (da parte di alcuni partiti e candidati alla presidenza delle regioni) del codice etico". Grasso comunque sottolinea che questi "sono problemi politici e che quindi giustamente se ne occupa la politica". "Già nel 1991 - ricorda l'alto magistrato - un fatto del genere era stato accertato dall'allora Commissione Antimafia presieduta da Gerardo Chiaromonte. Io - afferma Grasso - all'epoca ero consulente della commissione e il fenomeno delle infiltrazioni mafiose si registrò in varie zone, soprattutto del sud".Il procuratore Grasso, poi ritorna sul rischio che la mafia, come successe negli anni '92-'93 con gli attentati di Firenze, Capaci e via d'Amelio, possa approfittare delle tensioni politiche per dar vita a una nuova stagione terroristica-mafiosa. "La mia - precisa il procuratore nazionale antimafia  - è stata soltanto una valutazione rispetto al passato. Allo stato, però, non ci sono elementi in tal senso. Anzi, secondo le dichiarazioni di alcuni collaboratori, il super latitante Matteo Messina Denaro sarebbe contrario alla ripresa di questa strategia. È chiaro, però, che a queste dichiarazioni servono riscontri. Quindi, lo ripeto, la mia è un'analisi che si basa sulla storia del passato e speriamo che nel futuro non accada". Infine sul ruolo che Messina Denaro avrebbe sulla mafia, Piero Grasso conclude: "ha una grande autorevolezza, sicuramente viene consultato, ma da qui ad affermare che sia diventato il capo dei capi....".
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