mercoledì 24 aprile 2013
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Una compagine a dna misto, in parte tecnica e in parte politica, per garantire una giusta dose di distacco e competenza sulle possibili riforme, ma anche un cordone ombelicale solido con i partiti che sosterranno il governo in Parlamento. Potrebbe essere questa l’alchimia immaginata per la composizione del costituendo esecutivo. Il nome del premier incaricato dovrebbe essere ufficializzato da Giorgio Napolitano in tarda mattinata. Restano forti le chance del professor Giuliano Amato, già evocato nei giorni del voto quirinalizio, in ipotetica pole rispetto al vicesegretario del Pd, Enrico Letta, le cui quotazioni potrebbero salire nel caso in cui si voglia puntare su uno schema "inclusivo" che comprenda anche la Lega (che ieri ha ribadito la propria forte contrarietà all’ipotesi Amato). Se invece la scelta resterà ferma sul dottor Sottile, il sottosegretario alla Presidenza potrebbe essere Gianni Letta, mentre il numero due dei Democratici Enrico potrebbe rivestire, insieme al segretario del Pdl Angelino Alfano e a Mario Mauro, di Scelta civica, il ruolo di vicepremier, a garanzia della tenuta politica dell’asse a tre. Formazione che potrebbe valere anche nel caso in cui il capo dello Stato optasse per l’incarico ad una terza personalità a sorpresa. Per quanto riguarda i dicasteri, le voci danno l’attuale titolare dell’Interno Anna Maria Cancellieri come "riconfermata" al Viminale, che però potrebbe pure essere assegnato a un esponente del Pd: in quel caso, il nome che circola è quello di Massimo D’Alema, tirato in ballo anche a proposito della Difesa e degli Esteri. Sulla Farnesina incombe anche l’opzione Scelta civica, per capitalizzare lo standing internazionale di Mario Monti coadiuvato da un viceministro competente come Enzo Moavero Milanesi, con deleghe che accorpino anche la Cooperazione. Per i dicasteri economici, fra i più citati ci sono il direttore generale di Bankitalia Fabrizio Saccomanni al Tesoro e il presidente dell’Istat, Enrico Giovannini al Welfare. Per la Giustizia, Paola Severino ieri si è sfilata («esperienza irripetibile») e la successione resta affare delicato, considerate le vicende giudiziarie del leader del Pdl. Un nome di "garanzia" potrebbe essere quello di Luciano Violante, capace di dialogare con tutte le parti, ma si parla pure di Fernanda Contri o del costituzionalista Niccolò Zanon, membro laico (in quota Pdl) del Csm. Per le Riforme o per i Rapporti col Parlamento si parla di un "saggio" a caratura politica come Gaetano Quagliariello, per la Cultura di Ilaria Borletti Buitoni. Se alla fine la Lega dovesse entrare, anche Giancarlo Giorgetti potrebbe ricevere un incarico ministeriale, forse i rapporti col Parlamento. Su altri dicasteri, come la Salute e l’Istruzione, i rumors paiono meno decisi, mentre circolano anche ipotesi per qualche casella di sottosegretario, come Stefano Dambruoso, esperto di sicurezza e di antiterrorismo, all’Interno.
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