domenica 29 marzo 2020
«Le misure in scadenza il 3 aprile saranno allungate», avverte il ministro Boccia. E il titolare della Salute aggiunge: siamo ancora in piena epidemia. Tensione con la Lombardia
Contagi e decessi in diminuzione. Il governo: riapertura? Non ancora
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Sono 10.779 i morti totali in Italia, con un aumento rispetto a ieri di 756. Sabato l'aumento era stato di 889. Il dato è stato reso noto dalla Protezione Civile nella consueta conferenza stampa quotidiana. Sono 646 le persone guarite oggi in Italia dopo essere risultate positive al coronavirus. Il totale dei guariti dall'inizio dell'epidemia è 13030.

Nel dettaglio: i casi attualmente positivi sono 25.392 in Lombardia, 10.535 in Emilia-Romagna, 7.251 in Veneto, 7.268 in Piemonte, 3.160 nelle Marche, 3.786 in Toscana, 2.279 in Liguria, 2.362 nel Lazio, 1.556 in Campania, 1.293 nella Provincia autonoma di Trento, 1.432 in Puglia, 1.141 in Friuli Venezia Giulia, 1.034 nella Provincia autonoma di Bolzano, 1.330 in Sicilia, 1.169 in Abruzzo, 897 in Umbria, 539 in Valle d'Aosta, 582 in Sardegna, 577 in Calabria, 197 in Basilicata e 100 in Molise.

Sono oltre 3,38 miliardi le persone nel mondo sottoposte ad una qualche forma di restrizione nel tentativo di contrastare la diffusione del coronavirus. Lo calcola la Afp ad oggi con riferimento ad un suo database. Si tratta di circa il 43% del totale della popolazione mondiale (ovvero quasi quattro persone su 10) che, secondo un calcolo al 2020 delle Nazioni Unite, conta 7,79 miliardi di persone. Ad oggi quindi sono 3,381 miliardi le persone - in almeno 78 paesi e territori - cui viene chiesto di rimanere a casa. La maggior parte - almeno 2,45 miliardi di persone in 42 paesi e territori - sono sottoposte a confinamento obbligatorio. Nessuna regione del globo è esclusa.

La chiusura al 3 aprile sarà allungata

«Le misure in scadenza il 3 aprile inevitabilmente saranno allungate». A dirlo è il ministro per gli Affari regionali Francesco Boccia, corroborando le ipotesi che circolano da giorni sull'eventualità di un nuovo provvedimento che prolunghi almeno fino alle festività pasquali il blocco degli spostamenti e delle attività deciso dal governo per limitare la diffusione del contagio da Covid-19. I tempi, precisa Boccia, «li deciderà, come è sempre accaduto, il Consiglio dei Ministri sulla base di un'istruttoria che fa la comunità scientifica. Penso che in questo momento parlare di riapertura sia inopportuno e irresponsabile. Tutti noi vogliamo tornare alla normalità, ma prima dobbiamo riaccendere un interruttore per volta». Gli dà man forte il titolare della Salute Roberto Speranza: «Siamo ancora nel pieno dell'epidemia. Sarebbe un grave errore abbassare la guardia proprio ora - afferma -. Si finirebbe per vanificare quanto fatto fino ad oggi. I sacrifici di queste settimane sono seri. Gli epidemiologici affermano che si vedono i primi effetti del contenimento. Non siamo però ancora al cambio di fase. Serviranno tempo e gradualità».

Scontro governo-Lombardia

Ma la tensione politica resta alta, dando adito a nuove polemiche tra Regione Lombardia e governo, col ministro Boccia che incalza: «Se l'autonomia è sussidiarietà è un conto, ma se è fare da soli perché si pensa di fare meglio, la risposta è no. Nessuna Regione ce l'avrebbe fatta da sola, sarebbero crollate tutte». Quanto alle polemiche su mascherine e ventilatori, il ministro precisa: l'organizzazione della Sanità è regionale, è vero, «ma se non ci fosse lo Stato, non ci sarebbe quasi nulla se non le cose che erano nei depositi, anche abbastanza modesti e piccoli sui territori». Da Milano, replica duramente il governatore della Lombardia Attilio Fontana, bollando le affermazioni del ministro come «avventate e inopportune. Invito il ministro Boccia a fare il ragionamento inverso. Quale sarebbe la situazione nel Paese se le Regioni non avessero fatto fronte all'emergenza, anche nella fase della sottovalutazione del rischio che ha attanagliato il Governo per giorni e giorni?». Basti pensare, prosegue Fontana, che «in Lombardia abbiamo attivato quasi 1000 terapie intensive da destinare all'emergenza e stiamo lavorando a tutto campo anche per ciò che riguarda le altre necessità. Come ad esempio il reperimento di mascherine e di ventilatori. Mi fermo qui, perché in questo momento le energie vanno concentrate in altre più gravi direzioni». Ma l'assessore lombardo al Bilancio Davide Caparini rincara la dose, ritenendo il governo «incapace di gestire l'ordinarietà, figuriamoci l'emergenza. Quando Boccia afferma che nessuna regione ce l'avrebbe fatta da sola dice un'eresia». E addebita alla lentezza decisionale dell'esecutivo l'alto numero di vittime in regione: «Se contiamo i nostri morti è anche a causa di un governo che non ha fatto le zone rosse quando e dove gliele abbiamo chieste. Lo abbiamo chiesto con il supporto della scienza: abbiamo implorato di fare lo shutdown arrivato dopo 2 settimane».

I controlli del Viminale: altre 5mila denunce

Sono oltre 5mila le persone denunciate in un solo giorno per aver violato le disposizioni previste dai decreti per l'emergenza Coronavirus. Lo indica il bollettino quotidiano dei dati del Viminale, da cui emerge che sono state controllate complessivamente 203.011 persone. Fra queste, 4.942 sono state denunciate per non aver rispettato i divieti di spostamento, 142 per false dichiarazioni e 49 per aver violato la quarantena. I controlli sulle attività commerciali sono stati invece 84.941, con la denuncia di 151 titolari e la chiusura di 22 attività. In totale, dall'11 marzo a ieri, sono state controllate complessivamente poco più di 3 milioni di persone (3.069.879) e 1.419.869 esercizi commerciali.

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