giovedì 12 marzo 2015
Altolà del governo alla normativa varata in Lombardia a gennaio che prevede regole urbanistiche più restrittive per la realizzazione di luoghi di culto.
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Non si può certo dire che sia stato un fulmine a ciel sereno. Era nell’aria. Ed era anche attesa da giorni dall’opposizione al Pirellone, che non nascondeva la sua soddisfazione. E nella serata di giovedì è arrivata la conferma: il governo ha impugnato davanti alla Corte costituzionale la legge regionale "anti-moschee". Lo ha fatto il consiglio dei ministri, al termine della seduta tutta incentrata sulla nuova riforma scolastica. Il "capitolo" lombardo è stato infatti uno degli ultimi argomenti affrontati nell’agenda di Palazzo Chigi. «Più che prevedibile» è il commento del Pd regionale. «Legiferare in modo ideologico e populista non può che portare a questi risultati – incalza il segretario del Pd lombardo, Alessandro Alfieri – L'impugnativa era più che prevedibile ma alla Lega interessa più fare propaganda con le bandiere e i referendum piuttosto che concentrarsi su problemi reali quali sanità, casa, trasporto pubblico e rilancio dell'economia. Maroni cambi rotta». La nuova legge, varata dal governo lombardo a fine gennaio, prevede regole urbanistiche più restrittive per la realizzazione di nuovi luoghi di culto sul territorio regionale. Alla nuova norma si erano opposte non solo le opposizioni di centrosinistra ma anche gli enti di culto e le associazioni religiose, pure cristiane: “In questo modo si limita la libertà di culto”.
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