venerdì 4 febbraio 2022
Il ritorno alla vita sociale ha reso i cittadini più distratti nella gestione e nella fruizione degli alimenti. Segré, fondatore della campagna “Spreco Zero”: «Restiamo tra i più virtuosi del mondo»
Gli italiani sprecano più cibo: «Attenti a scorte e acquisti»
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Durante il secondo anno di pandemia, con la graduale ripresa della vita sociale nonostante la corsa del virus, nelle case degli italiani si è sprecato più cibo. Il 2021 fa segnare infatti un più 15% di alimenti buttati nel cestino della spazzatura rispetto al periodo del lockdowne del distanziamento fisico. Si tratta soprattutto di pane, frutta e verdura, i prodotti più facilmente deperibili acquistati dalle famiglie per il loro consumo quotidiano ma rimasti oltre il necessario nel frigorifero o chiusi nella dispensa. Poi c’è una quota di avanzi.

Stavolta, insomma, si è fatta meno attenzione alla gestione del cibo nel suo tragitto dal mercato alla tavola, contribuendo a peggiorare in tal modo le condizioni dell’ambiente e a sperperare, con scorte in eccesso, una parte del denaro destinato al mantenimento del nucleo familiare. I dati del rapporto “Il caso Italia 2022” di Waste Watcher International, diffuso in occasione della 9ª Giornata nazionale di Prevenzione dello spreco alimentare che si celebra sabato 5 febbraio, ci dicono che abbiano gettato in media 595,3 grammi di cibo pro-capite a settimana, corrispondenti a 30,956 chili annui: è il 15% in più del 2021, quando si sprecavano, invece, 529 grammi settimanali.

Secondo la statistica elaborata su iniziativa della campagna Spreco Zero di Last Minute Market e dell’Università di Bologna (su monitoraggio Ipsos) il non utilizzo del cibo nelle nostre case vale complessivamente 7,37 miliardi di euro, una cifra che equivale al doppio di quanto ha stanziato il governo per combattere il caro energia. Una quantità di alimenti, quella finita nei cassonetti dell’immondizia da Bolzano a Pantelleria, che corrisponde a un milione e 866mila tonnellate.

L’indagine inoltre spiega che nella graduatoria dei prodotti più spesso sprecati svetta la frutta fresca (27%) seguita dalla triade cipolle-aglio- tuberi (17%), dal pane fresco (16%), dalle verdure (16%) e dall’insalata (15%). Ma quali sono le ragioni dello spreco? Il 47% degli italiani ammette di scordare spesso il cibo comprato, il 46% lamenta una più rapida deperibilità dei prodotti (che non sarebbero quindi sempre freschi al momento della vendita) mentre il 30% confessa di calcolare male le quantità del cibo necessario e quindi di esagerare nel riempire il carrello al supermercato. Ma questi sono comportamenti che si possono migliorare.

Come? Per contrastare il fenomeno, l’89% degli italiani chiede di potenziare l’educazione alimentare a partire dai banchi di scuola mentre l’83% vorrebbe un miglioramento delle indicazioni sulle etichette, il 72% auspica confezioni più piccole e, infine, il 54% vorrebbe l’applicazione di tasse in base a uno “sprecometro” che misuri i prodotti alimentari non utilizzati tra le mura domestiche. Malgrado la battuta di arresto nel “trend risparmioso” che si era manifestato già nel 2020, «l’Italia resta la nazione più virtuosa nel “G8” dello spreco – commenta Andrea Segré, fondatore della “Giornata nazionale prevenzione spreco” –, in una classifica basata sull’“auto-denuncia” che vede i russi a quota 672 grammi settimanali, gli spagnoli a 836, gli inglesi con 949, i tedeschi a 1.081, i canadesi a 1.144, i cinesi a 1.153 e, in fondo, i cittadini statunitensi che sprecano 1.453 grammi di cibo settimanali». «La via maestra per migliorare – conclude Segré – resta dunque quella di una svolta culturale che sostenga l’adozione e la replica delle buone pratiche nel nostro quotidiano, dall’acquisto del cibo alla sua gestione e fruizione. Per questo rilanciamo la proposta di mettere al centro dei programmi di educazione civica, nelle scuole, i temi dell’educazione alimentare e ambientale».

Perché siamo tornati ai livelli pre-pandemia

595,3

I grammi pro-capite di alimenti sprecati a settimana dagli italiani (ovvero 30,956 chili annui)

7,37

I miliardi di euro a cui corrisponde la quantità di cibo sprecato dagli italiani nel 2021

59%

Gli italiani secondo cui il Covid ha avuto effetti negativi sullo sviluppo sostenibile



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