mercoledì 9 ottobre 2019
Due nuove scuole realizzate su beni tolti al clan dei "casalesi". Una dedicata a una vittima della criminalità organizzata, il carabiniere Salvatore Nuvoletta
Due scuole sui terreni confiscati alle mafie
COMMENTA E CONDIVIDI

«La mafia sarà vinta da un esercito di maestri elementari » diceva il grande scrittore siciliano Gesualdo Bufalino. A Casal di Principe lo hanno messo in pratica con solidi argomenti. In cemento e mattoni. Sono, infatti, ben due le scuole realizzate dal Comune su beni confiscati alla camorra. Beni che danno buoni frutti. Tolti a chi usurpava il nome dei 'casalesi' per ridarli ai veri 'casalesi', in particolare i più piccoli. La seconda sarà inaugurata domani ed è intitolata al carabiniere Salvatore Nuvoletta, vittima innocente della camorra e medaglia d’oro al valor civile. Un nome strettamente legato ai bambini.

Nuvoletta, appena 20 anni, venne assassinato il 22 luglio 1982 come vendetta per la morte di Mario Schiavone, cugino del boss Francesco Schiavone 'Sandokan', in uno scontro a fuoco coi carabinieri dopo una rapina. Uno 'sgarro' che andava sanato col sangue. Salvatore quel giorno era in caserma ma venne scelto come obiettivo perché ben noto per il suo impegno contro i clan, malgrado la giovane età. Il 22 luglio di 27 anni fa era seduto davanti al negozio di ortofrutta dei genitori a Marano.

Teneva sulle ginocchia Bruno, un bimbo di 9 anni a cui era particolarmente affezionato. Quando vide i tre killer che le chiamavano «Totore, Totore!» capì subito («Mamma – aveva confidato alla madre – so che dovrò morire. Me lo hanno detto, ma non ho paura. Io sono un carabiniere») e lanciò subito lontano il bambino salvandolo dalla raffica di colpi che lo colpirono. Sapeva bene che gli assassini non avrebbero risparmiato il piccolo.

Ora tanti bambini come Bruno studieranno e cresceranno in una scuola intitolata a lui. Ma non è stato facile, a dimostrazione che non è solo la camorra a mettere ostacoli alle belle storie di rinascita di questi territori. «Abbiamo approvato la delibera di intitolazione nel 2014 nella certezza di portare a casa il risultato nel più breve tempo possibile» ha spiegato l’assessore comunale alla pubblica istruzione Marisa Diana, cugina di don Peppe Diana, il parroco ucciso dalla camorra il 19 marzo 1994. Il finanziamento c’era ma sono invece passati cinque anni, tre per interminabili pratiche burocratiche, meno di due per i lavori. «È stata un’odissea – denuncia l’assessore – perché mentre vedevamo l’approssimarsi dell’obiettivo, venti avversi ci rimandavano indietro».

Ma l’amministrazione guidata dal sindaco Renato Natale, amico di don Peppe e tra i protagonisti della resistenza alla camorra, non ha mollato. Così ora ci siamo finalmente e sull’area di oltre 1.700 metri quadri che era del clan e ora è un bene comune, sono ospitate nove sezioni per la scuola dell’infanzia. Già nel maggio 2018 la villa confiscata a Bernardo Cirillo era diventata la nuova scuola materna intitolata a Maria Montessori, ristrutturata in tempi record a spese del Comune. E non si tratta solo di iniziative simboliche. Le due nuove scuole realizzate sui beni tolti alla camorra fanno risparmiare ben 85mila ero l’anno di affitti alle casse municipali. Buona amministrazione, legalità concreta per un paese che ha voltato decisamente pagina.

© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI

ARGOMENTI: