venerdì 22 ottobre 2010
Giulia Bongiorno boccia gran parte della riforma. Stop in Commissione agli emendamenti delle opposizioni contro la reiterazione del Lodo. Il Guardasigilli: ma la strada principale è spianata.
- Berlusconi: il Lodo Alfano? Non l'ho chiesto io
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Giustizia, i finiani fanno ballare la rumba a Berlusconi e al Pdl. Se, infatti, i senatori di Fli continuano diligentemente a votare a favore del Lodo Alfano costituzionalizzato, ieri il vertice del partito ha detto un sonoro "no" a tre delle quattro proposte della maggioranza sulla grande riforma. Tant’è che il ministro della Giustizia, Angelino Alfano, sta pensando a un "piano B" per garantire al premier che non finirà sotto processo durante la sua permanenza a Palazzo Chigi.Giornata campale, dunque, ieri per la riforma della Giustizia. Con diversi fronti. Intanto, in commissione Affari costituzionali del Senato, non è passato l’emendamento proposto dalle opposizioni, secondo il quale non sarebbe stata possibile reiterare lo "scudo" che la maggioranza vuole introdurre per congelare i processi del presidente della Repubblica e del presidente del Consiglio. Ciò significa che un presidente del Consiglio, che ha avuto il processo sospeso per via del lodo, continuerà a godere di questa forma di immunità se viene rieletto a Palazzo Chigi o se viene "promosso" al Quirinale. La maggioranza ha anche bocciato altre proposte di modifica sempre delle opposizioni, che prevedevano una maggioranza qualificata (quindi, non solo la maggioranza semplice) per le Camere chiamate a inizio legislatura a estendere lo scudo giudiziario per il premier.Il dato tecnico della vicenda non è, a questo stato, particolarmente significativo, dato che le opposizioni hanno in serbo altri emendamenti simili e potranno anche ripresentarli in aula. Il dato politico è che, per ora, l’accordo Pdl-Fli sul lodo Alfano costituzionalizzato tiene, nonostante tutto. Ma la medaglia ha il suo rovescio. Perché Giulia Bongiorno, dopo il vertice di Fli, ha bocciato 3/4 della proposta del Pdl sulla riforma della Giustizia. Ovvero, ha elencato la presidente della commissione Giustizia della Camera, «sì alla separazione del Csm, no a nuove funzioni e nuova composizione della maggioranza laica del Csm; no a nuovi poteri al ministro della Giustizia; no alla collocazione della Polizia giudiziaria non più alle dirette dipendenze della magistratura». Per questo motivo, il ministro Alfano, pur registrando un buon clima politico con Fli, ha parlato di necessità di «vie collaterali». La costituzionalizzazione del Lodo Alfano, infatti, potrebbe non essere sufficiente. L’approvazione di una legge costituzionale è un processo lungo e complicato. E sembra ormai chiaro che, nonostante una certa neutralità di Udc e Mpa, il provvedimento congela-processi non potrà mai raggiungere in Parlamento quei due terzi di voti necessari a evitare il referendum confermativo. Per cui, in attesa della pronuncia della Corte Costituzionale, che deve deliberare sulla legittimità della legge ordinaria in vigore, nel Pdl si comincia a pensare a una strategia non diversa, ma parallela.Se, come è possibile, la Consulta casserà la legge attuale, Berlusconi si troverebbe esposto a tutti i procedimenti giudiziari. Si fa strada, allora, l’idea di una soluzione ponte, che garantisca lo scudo al premier mentre va avanti la legge costituzionale. L’idea più semplice sarebbe quella di presentare ed approvare in breve tempo una sorta di legge fotocopia del Lodo Alfano attualmente in vigore. Basterebbe qualche accorgimento (per esempio escludere i ministri dallo scudo) e di fatto la nuova disciplina entrerebbe immediatamente in vigore, annullando (almeno per un buon lasso di tempo) gli effetti di un’eventuale sentenza negativa da parte dei giudici costituzionali.
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