giovedì 10 marzo 2011
Il Consiglio dei ministri ha approvato il ddl di riforma costituzionale. Sono previsti due Csm per la separazione dei pm dai giudici e non sarà applicabile ai processi in corso. Berlusconi: voglio assoluzione in aula non tramite una legge. Bersani: Paese inchiodato sulle priorità di Berlusconi. Palamara: Non escludiamo nessuna forma di protesta.
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«La riforma della giustizia è un punto qualificante della nostra azione di governo, una riforma organica, di prospettiva e di profondo cambiamento che non ha nulla a che fare con i processi in corso». Questa la posizione del presidente del Consiglio Berlusconi che di fatto ha negato che si tratti di un provvedimento ad personam. «Ai processi mi prenderò delle belle soddisfazioni», ha detto il premier. «Per la prima volta nella storia della Repubblica è stato elaborato un testo di riforme costituzionali completo, organico, chiaro e convincente: lo portiamo all'attenzione del Parlamento che lo discuterà e che lo approverà», ha detto il premier alla conferenza stampa a Palazzo Chigi insieme al Guardasigilli Alfano, che ha spiegato che la riforma non sarà applicata ai processi in corso. «Il cardine è la divisione tra giudici e pm - ha dichiarato il ministro - inoltre faremo una legge ad hoc sul rapporto tra i pm e la polizia giudiziaria». L'Anm deciderà il 19 marzo su un eventuale sciopero contro il ddl di riforma costituzionale approvato oggi dal Consiglio dei ministri. Ai microfoni del Tg3 il presidente dell'Anm, Luca Palamara, spiega: «Chi ci mette in bocca la parola sciopero prima, evidentemente fa un gioco diverso. Posso dire che non escludiamo nessuna forma di protesta. Nessuna».BERLUSCONI, VOGLIO ASSOLUZIONE IN AULA, NON TRAMITE LEGGISilvio Berlusconi vuole essere assolto nell'aula di tribunale e non grazie a una legge parlamentare. A sostenerlo è stato lo stesso presidente del Consiglio, nel corso della conferenza stampa a Palazzo Chigi seguita al Consiglio dei ministri. «Non mi sono mai, mai, mai interessato di leggi» in materia di giustizia «perché, avendo garantito con pubblico giuramento sui miei figli e nipoti che nessuno, nessuno, nessuno dei processi e dei fatti su cui sono stati costruiti i processi che mi sono stati portati addosso senza soluzione di continuità in 17 anni» è fondato, «ritengo di avere e anzi ho la pretesa di venire assolto nei processi», ha detto il Cavaliere marcando la parola «nei». «Come è successo - ha aggiunto - 24 volte su 30 processi che mi sono stati organizzati contro».BERSANI: PAESE INCHIODATO SU PRIORITÀ PREMIER«Al solito questo Paese è inchiodato sulle priorità politiche e personali di Berlusconi, mai su quelle vere della gente. L'Italia non ha bisogno di una riforma costituzionale di cui discuteremo a vuoto per due anni». Così il segretario del Pd, Pier Luigi Bersani, attacca la riforma della giustizia definendola «un diversivo su un testo più che criticabile».DA CDM VIA LIBERA A RIFORMA COSTITUZIONALEIl Consiglio dei ministri ha dato via libera all'unanimità al disegno di legge costituzionale per la riforma della giustizia. Il Cdm ha salutato con un applauso indirizzato al ministro della Giustizia Angelino Alfano l'approvazione del disegno di legge costituzionale sulla riforma della giustizia. «Abbiamo una maggioranza solida e contiamo di arrivare a 330 deputati a Montecitorio». È il ragionamento del presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, nel corso del Consiglio dei ministri, secondo quanto riferito da fonti governative. Chi era in Consiglio dei ministri descrive un premier «molto soddisfatto» dall'approvazione da parte del governo del ddl costituzionale. Attendevo questa riforma da anni, da quando ho cominciato a occuparmi di politica, ha detto il presidente del Consiglio, secondo quanto riferito da alcuni presenti.BERLUSCONI: PRONTE DIECI LEGGI ATTUATIVE RIFORMA«Questa forma costituzionale avrà bisogno di dieci leggi di attuazione che noi presenteremo al Parlamento. Le abbiamo già pronte». Lo ha detto il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi nel corso della conferenza stampa a Palazzo Chigi.  «Intendiamo sostenere questa riforma con una larga comunicazione ai cittadini perché è una riforma fatta nell'interesse dei cittadini», ha detto il presidente del Consiglio. «I ministri che mancano» nel governo, «mancano per un fatto preciso che non dipende dalla nostra volontà, ma dalla diaspora nella maggioranza» da parte di una componente «statalista e giustizialista» che impediva, anche nelle precedenti legislature, riforme importanti come quella della giustizia, ha detto Silvio Berlusconi, con chiaro riferimento a Futuro e Libertà di Gianfranco Fini e, presumibilmente, all'Udc.«La finalità della riforma è introdurre anche nel nostro Paese un giusto processo». Silvio Berlusconi mostra una immagine con due bilance in conferenza stampa a Palazzo Chigi. «C'é una immagine che riguarda il giusto processo che mi sembra abbastanza attinente - aggiunge il premier -. Il processo non deve essere soltanto eseguito in tempi ragionevoli, deve garantire un contraddittorio tra le parti con l'ascolto di tutti i testimoni che la difesa vuole portare al processo e garantire la parità tra difesa e accusa». La riforma della giustizia la «discuteremo con tutti e dunque anche con l'opposizione», ha aggiunto.ALFANO: RIFORMA NO PER PROCESSI IN CORSONell'articolo di chiusura del ddl costituzionale della giustizia si dice che le modifiche alla Carta «non si applicano ai procedimenti penali in corso proprio per mantenere la purezza di questo impianto e di questo disegno che ha una sua nobiltà storica». Lo ha detto il ministro della Giustizia Angelino Alfano. Il cardine della riforma della giustizia è la divisione tra giudici e Pm. La riforma, ribadisce il Guardasigilli, «pone al centro la parità tra accusa e difesa. È un impegno che abbiamo assunto con i cittadini. Ed è quello che stiamo sostenendo dal 1994». Il nuovo testo, aggiunge, «contiene una visione che pone al centro i cittadini». Il giudice diventa colui che è davvero sopra le parti, sottolinea Alfano, perché non è più pari al pm. Giudice e pm, ribadisce, «svolgono mestieri differenti. Il giudice deve valutare cosa gli vengono a dire accusa e difesa».«Il pm continuerà a disporre come prevede la disposizione del 1948 della polizia giudiziaria. Per disporne meglio e per evitare che il pm si trasformi in un poliziotto, serve però una nuova norma per regolarizzare il rapporto tra pm e polizia giudiziaria attraverso una legge apposita che presenteremo a breve», ha detto il ministro.Se contro la riforma della giustizia l'Anm proclamerà degli scioperi «vedremo come li motiveranno, Crediamo che non ci siano motivi» perché si tratta di una «riforma molto equilibrata», ha detto il ministro della Giustizia. «È chiaro che si tocca qualche privilegio», ma «noi non abbiamo presentato un quinto Vangelo, ma una proposta consolidata in 17 anni. Rispetto alla quale in Parlamento saranno ascoltati costituzionalisti ed esperti di diritto».Il principio dell'obbligatorietà dell'azione penale «resta saldo, ma applicato secondo i criteri previsti dalla legge», ha detto Alfano secondo cui «un principio oggi sacrosanto», quello dell'obbligo dell'azione penale, «è stato trasformato da alcuni pm nel un suo contrario, cioé nell'assoluta discrezionalità di perseguire i reati», quindi «il pm sceglie». Il governo intende dunque »togliere il manto di ipocrisia»: resterà l'obbligo dell'azione penale ma «la legge ordinaria dirà i criteri». Il magistrato, dunque, «partirà prima dalle priorità e poi tempo permettendo si persegue il resto».
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