giovedì 8 agosto 2013
L’allarme nella Relazione al Parlamento del ministro Cancellieri «Debiti» per il 2012 di 83 milioni e altri 78 per l’anno in corso. Continuano a crescere (e non di poco) le spese per l’amministrazione giudiziaria. Anche dove erano stati previsti forti tagli. Un trend che proseguirà nel 2013.
INTERVISTA Gratteri: «È ora di tagliare il superfluo»
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La Giustizia fa debiti per più di 83 milioni di euro. Sfora il bilancio per il 2012 e chiede nuovi fondi per coprire il "buco". Che è previsto anche per il 2013 per altri 78 milioni. A crescere, rispetto agli stanziamenti, sono le spese processuali e quelle per le intercettazioni (anche se queste sono inferiori agli anni 2009-2011), mentre l’unica voce che cala è quella per le indennità spettati alla magistratura onoraria. I dati sono contenuti nella \prima "Relazione sullo stato delle spese di giustizia (secondo semestre 2012 e primo semestre 2013)" trasmessa al Parlamento dal Ministro della Giustizia, Anna Maria Cancellieri e che parla esplicitamente di «debito». E così spiega gli "sforamenti" sulle previsioni di bilancio: «La formazione di tale debito è ricollegabile alla circostanza che questa Amministrazione non può interferire con lo svolgimento dell’attività giurisdizionale per il cui esercizio gli uffici giudiziari sostengono delle spese, aventi natura obbligatoria, che non trovano la loro piena copertura negli ordinari stanziamenti di bilancio».Soluzioni? O «adeguare le dotazioni di bilancio» oppure, per risparmiare, cambiare alcune leggi che sono «gli unici strumenti per poter incidere su spese di carattere obbligatorio, non altrimenti comprimibili in via amministrativa». Insomma, dice il ministro, la Giustizia, così come funziona attualmente non può costare di meno. Anche se poi, capitolo per capitolo, qualche indicazione su come sarebbe possibile risparmiare viene fatta. SPESE SEMPRE IN CRESCITAIl primo capitolo analizzato è il 1.360, le spese processuali quali, ad esempio, consulenti, periti, traduttori, custodi, difensori, giudici popolari, testimoni, trasferte, notificazioni e altre comunicazioni. Nel 2010 si è arrivati a 460 milioni, saliti a 470 nel 2011 e a 490 nel 2012, a fronte di uno stanziamento di appena 442 milioni e 801mila euro: un "debito" di circa 47 milioni. Per il 2013 lo stanziamento è immutato (<+corsivo>spending review<+tondo>?) ma già ora si prevede di "sforare" arrivando a 470 milioni. Infatti la spesa monitorata del ministero nel primo quadrimestre dei quest’anno è stata di 163 milioni. «Tuttavia – si legge nella Relazione –, occorre evidenziare che la spesa di giustizia è una spesa variabile, con la conseguenza che non è possibile prevedere, con precisione, quella che potrà essere la spesa che verrà sostenuta in un dato anno».BOOM SPESE POSTALISono ben 70 i milioni spesi per notificare per posta gli atti giudiziari. E, ricorda il ministro, «negli ultimi anni le tariffe postali sono aumentate, in media, del 30%». Un incremento che, denuncia la Relazione, «ha così vanificato l’effetto positivo connesso alla riduzione del numero delle notifiche; effetto quest’ultimo conseguente alla progressiva applicazione (dall’anno 2011) della normativa che ha reso obbligatoria la notifica telematica».CRESCONO I DIFENSORI GRATISNegli ultimi tre anni la spesa per difensori d’ufficio e per il gratuito patrocinio è aumentata di 25 milioni, passando da 155 a circa 180. Il motivo è da un lato la modifica del limite di reddito per l’ammissione al gratuito patrocinio a spese delle Stato, col conseguente aumento delle persone che ne hanno beneficiato e, quindi, un maggiore onere per l’Erario, dall’altro l’adeguamento, in crescita, dei compensi spettanti ai difensori, anche questo con effetto di incremento della spesa. Dunque più persone difese e avvocati pagati di più.INTERCETTAZIONI CRESCONO I TAGLI NON FUNZIONANOLa dotazione sul capitolo 1.363 per le intercettazioni, relativa al 2012, era stata inizialmente di 239milioni e 801mila euro. La spending review aveva imposto tagli di 25 milioni per il 2012 e 50 per il 2013. Previsione non rispettata. Infatti invece di 214 milioni e 801mila euro, si sono spesi in tutto lo scorso anno ben 250milioni, 35 milioni in più. Cifre parziali. Infatti, sottolinea il ministero, sono solo le spese liquidate «mentre non si conosce il dato di spesa relativo alle fatture presentate dalle società di intercettazione e non ancora liquidate». Non andrà meglio per quest’anno. Lo stanziamento, ridotto di 50 milioni, è di soli 189 milioni e 801mila euro. Ma il ministero prevede già una spesa di 240 milioni. Ma potrebbero essere ancora di più, visto che nel primo quadrimestre si è arrivati a 90 milioni contro gli 82 del 2012 e gli 80 del 2011. Solo «una lieve flessione», sottolinea la Relazione, rispetto ai 280/300 milioni spesi negli anni 2009 e 2010. La Relazione ricorda che è stato «avviato un tavolo di lavoro» tra ministero e «procure più rappresentative sul piano della spesa per intercettazioni e che dovrebbe concludersi con la scelta delle società di noleggio degli apparati cui affidare il servizio in modo da conseguire consistenti risparmi di spesa». Anche se, avverte, questo processo «è particolarmente complesso e delicato», sia per soddisfare le esigenze investigative degli uffici giudiziari» che per «assicurare una elevata qualità del servizio ed evitare la formazione di mercati di monopolio».COME SANARE I DEBITIPer garantire il pagamento delle spese «che varranno comunque sostenute» il ministero chiede di incrementare il bilancio per il 2013 di 77 milioni. Arriveranno? «L’accoglimento di detta richiesta – si legge – è soggetto all’esclusiva valutazione del Ministero dell’Economia». Ma potrebbero non bastare. Così per «ulteriori esigenze finanziarie» si propone di accedere al Fondo di riserva per le spese obbligatorie, al Fondo Unico Giustizia, o a «mezzi di finanziamento interni». Basterà?
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