venerdì 24 ottobre 2014
Il testo passa ora alla Camera, scorporate le norme sugli anni di separazione (da tre a uno e mezzo) necessari per chiedere il divorzio.
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Divorzio facile, riduzione delle ferie dei magistrati, negoziazione assistita: il decreto legge sulla riforma della giustizia civile supera, grazie alla 26esima fiducia, lo scoglio di Palazzo Madama. Si contano alla fine 161 sì e 51 no. Il testo, oltre a prevedere la riduzione da 45 a 30 giorni delle ferie sui magistrati, prevede la negoziazione assistita anche per separazioni e divorzi consensuali, con il pm del Tribunale competente chiamato però, nella riformulazione del testo, ad avallare l’accordo, in presenza o meno di figli minori o con handicap. Un divorzio fai-da-te che le parti possono ottenere comparendo davanti all’ufficiale di Stato civile anche senza la presenza dei difensori. Bocciato invece l’inserimento del divorzio breve. Il testo che prevede la riduzione da 3 a 1 anno, e 6 mesi in caso di consensualità, del tempo di attesa per chiedere il divorzio dopo la separazione, già approvato dalla Camera andrà in discussione al Senato in data da definire: non è passato il tentativo di inserirlo nel decreto giustizia.  Determinate, in molti casi, l’opposizione del Ncd. E anche il Forum delle associazioni familiari dà atto al partito di Alfano che «il lavoro di mediazione politica sul testo del decreto giustizia ha portato alcune modifiche interessanti». La più significativa è quella che introduce nuovamente il controllo della magistratura sulle separazioni e sui divorzi che coinvolgono i minori. Infatti gli avvocati (almeno uno per parte) dovranno trasmettere gli atti alla procura «e il pm avrà l’autorità di bloccare l’accordo di separazione o divorzio e rimettere le parti davanti al giudice ove rilevi violazioni dei diritti indisponibili».
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