venerdì 21 ottobre 2016
​Don Maffeis, portavoce Cei, parla del mondo delle carceri e della scelta del Papa. I radicali traducono come un'adesione alla loro iniziativa la semplice condivisione degli intenti
COMMENTA E CONDIVIDI
«Siamo nelle ultime settimane dell’anno giubilare ed è significativo che proprio in chiusura il Papa ponga attenzione al mondo delle carceri e quello dei senza fissa dimora. All’interno di questo, ben vengano le iniziative che portano l’attenzione su questi temi». L’ha detto don Ivan Maffeis, direttore dell’Ufficio comunicazioni sociali della Cei, in un intervento a Radio Carcere (programma di Radio Radicale) rilanciato dall’agenzia Sir, alludendo ai Giubilei dei carcerati (6 novembre) e di chi vive in strada (13 novembre) e alla Marcia radicale «per l’amnistia, la giustizia, la libertà».«L’augurio – ha proseguito Maffeis –, e voglio metterci anche l’impegno, è che ci sia una accoglienza delle istanze portate avanti proprio per superare il degrado in cui i detenuti – ma non solo i detenuti, penso agli agenti, ai volontari, agli educatori – oggi si muovono».Parole fatte passare da una nota degli stessi Radicali e da altre agenzie di stampa per un’adesione della Cei alla Marcia organizzata a Roma proprio il 6 novembre. Maffeis ha infatti voluto manifestare condivisione degli intenti dichiarati dall’iniziativa senza però esprimere l’impegno della Conferenza episcopale ad aderirvi, come si è fatto credere. Il portavoce Cei ha ricordato che «ci si confronta con un mondo per certi versi invisibile, eppure si tratta di una realtà pesante: penso alla lunga lista di suicidi che avvengono nelle prigioni, a queste vite spezzate, penso alle persone fragili che sono detenute per reati minori».
© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI

ARGOMENTI: