sabato 2 aprile 2016
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INVIATO A FAENZA Al Convegno ecclesiale di Firenze Papa Francesco aveva invitato i giovani ad «essere i costruttori dell’Italia», a non guardare «dal balcone la vita» e ad immergersi invece «nell’ampio dialogo sociale e politico». E proprio per fare tesoro di queste parole che la diocesi di Faenza-Modigliana, insieme a quella di Imola, ha promosso una due giorni «con i giovani» e «per i giovani» di riflessione e di esposizione di buone pratiche sull’impegnativo tema 'Per la libertà, insieme'. Aprendo ieri sera l’evento nell’ex complesso 'don Bosco' a Faenza insieme al sindaco Giovanni Malpezzi, il vescovo Mario Toso, salesiano, ha spiegato come l’iniziativa arrivi a complemento del percorso educativo iniziato lo scorso anno con la Scuola di formazione sociale e politica per i giovani, «capitanata » da don Sandro Fadda. E ha presentato l’intervento introduttivo del vescovo Nunzio Galantino, segretario generale della Cei, come un aiuto a capire in profondità le parole del Pontefice. Affrontando, davanti ad un folto pubblico di giovani, il tema 'Giovani e impegno nella società italiana e europea', monsignor Galantino ha in primis descritto le «molteplici insidie» che attentano oggi ad «un esercizio autentico della libertà». Insidie presenti sul piano religioso, con i cristiani che conoscono «un nuovo e purtroppo lungo e drammatico periodo di persecuzioni». Insidie nel «contesto sociale» che si manifestano ad esempio con la «crescente diffidenza nei confronti dei segni religiosi, e in particolare di quelli cristiani », come il crocifisso. Insidie sul «piano culturale» con «una forte limitazione della libertà personale, quando la cultura dominante impone di fatto stili di vita e modi di pensiero, ritenuti assoluti e imprescindibili ». «Un’ultima insidia alla libertà, tanto più pericolosa in quanto sottile – ha quindi aggiunto il segretario generale della Cei – è quella del relativismo culturale». «Potrebbe sembrare – ha spiegato – che la mentalità relativista», partendo «dal presupposto che ognuno può pensare e agire come più gli piace, favorisca la libertà e il rispetto reciproco». Ma non è così, infatti «riscontriamo ogni giorno come, proprio a partire da questo assunto, si neghi la legittimità di posizioni diverse da quella dominante ». Ed è questo «il meccanismo che troviamo ogni giorno riproposto nei confronti di chi avanza posizioni a sfavore dell’aborto, dell’eutanasia, della creazione e distruzione di embrioni, della prassi dell’utero in affitto, o che si oppongono alla banalizzazione del matrimonio e della famiglia ». Dopo aver sviscerato il tema della libertà 'insidiata', monsignor Galantino ha affrontato quello dell’impegno. Prima dal punto di vista filosofico con ampie citazioni di Emmanuel Mounier (impegno come azione che diventa valida ed efficace solo se è misurata con la verità e con la situazione storica) e Ludwig Wittgenstein (impegno come «scendere in se stessi»). Poi in una prospettiva di fede affermando che per i credenti l’impegno è «la vocazione data da Dio all’essere umano, quando lo ha fatto custode della creazione», come riferisce il libro della Genesi, «e non semplice esecutore dei suoi comandi». «Dio – ha proseguito – non ci ha chiesto subito e solo di obbedire a delle leggi», ma «di prenderci cura della 'casa comune'». Il che «richiede fantasia, iniziativa, 'spirito d’impresa', esalta la libertà e ci rende simili a Lui, perché capaci di creare a nostra volta». Impegnarsi quindi significa «partecipare e dialogare, allenarsi al rispetto e accogliere come un’opportunità di crescita la diversità dell’altro». A questo punto il segretario della Cei ha sottolineato che «la nostra società ha bisogno di persone, e soprattutto di giovani, che non si chiudano in se stessi, ma accettino il confronto e il lavoro comune, che si interessino dei problemi sociali e portino in essi il loro sguardo meno condizionato e realisticamente entusiasta». Infatti «un mondo a esclusiva trazione dei più anziani difficilmente sarà capace di futuro; lo diventa solo se i più giovani vengono messi in condizione di offrire il loro contributo, accettando la fatica e gli insuccessi». Il Convegno prosegue oggi con la partecipazione dei professori Leonardo Becchetti e Mauro Magatti, del gesuita Francesco Occhetta. Seguirà la presentazione delle 'buone pratiche' generate dal Progetto Policoro e quindi l’adorazione eucaristica presieduta dal vescovo di Imola Tommaso Ghirelli, presente ieri insieme all’emerito di Faenza-Modigliana, Claudio Stagni. © RIPRODUZIONE RISERVATA SEGRETARIO CEI Monsignor Nunzio Galantino
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