lunedì 30 dicembre 2013
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Il lavoro è per molti italiani una chimera. Giovani in particolare. Ma anche in pensionati non se la passano bene. Il Rapporto sulla coesione sociale dell'Istat fa vedere le tante nuvole che si muovono sulla Penisola. I disoccupati rilevati nel 2012 sono stati 2 milioni 744.000: 636.000 in più rispetto all'anno precedente, con un tasso di disoccupazione cresciuto a 2 cifre, del 10,7%. L'incremento rispetto all'anno precedente è stato del 2,3% e del 4% sul 2008. Segno che la crisi che ha colpito il nostro Paese non è stata una "illusione ottica". Anche gli stranieri hanno risentito pesantemente dei venti negativi. Tra loro la disoccupazione è arrivata al 14,1% con la punta del 14,4% al Nord. I più colpiti dalla crisi sono le persone con 50 o più anni. Per loro le percentuali di reimpiego sono ben al di sotto della media. Per loro le politiche attive del lavoro fanno più fatica a trovare risposte idonee.Anche per i giovani il momento è davvero difficile. Il tasso di disoccupazione giovanile è salito nel 2012 al 35%. Un balzo di ben 6 punti percentuali rispetto all'anno precedente e di 14 sul 2008. Dati allarmanti su cui la politica ha da lavorare. Per i pensionati, invece, il problema è il reddito. Quasi uno su due (il 46,3%) ha un reddito da pensione inferiore a mille euro. Mentre il 38,6% può contare di un mensile tra i mille e i duemila euro. I fortunati che possono spendere oltre duemila euro sono il 15.1%. Dal 2010 al 2012 le persone a riposo son calate mediamente dello 0,68% mentre l'importo annuo medio percepito è aumentato del 5,4%. Andando a vedere le date di nascita dei pensionati, la classe di età più numerosa è quella degli ultraottantenni (3.900.000 circa), segue la fascia 65-69 anni (2.912.000). Mentre i pensionati under 55 anni sono 893.000, pari all'8,1% del totale).
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