venerdì 6 giugno 2014
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Fiducia al governo Renzi, seppure a tempo e condizionata al rispetto degli impegni presi, espulsione dall'associazione degli imprenditori corrotti, stop alle delocalizzazioni selvagge. Sembrano avere le idee chiare i giovani imprenditori di Confindustria, riuniti nel tradizionale congresso di Santa Margherita Ligure. Dai giovani imprenditori arriva dunque un attestato di fiducia in Matteo Renzi, ma "è una fiducia che si misurerà sulle capacità di rispettare gli impegni, "ha affermato il presidente dell'organizzazione, Marco Gay. "L'Italia ha un governo a cui gli italiani hanno chiesto di non perdere tempo", ha proseguito, "e noi giovani imprenditori siamo qui per dire: presidente Renzi, lavoriamo uniti. Abbiamo responsabilità distinte, ma insieme possiamo arrivare più lontano". I giovani imprenditori chiedono all'esecutivo "una politica industriale ambiziosa e coerente" e "una prospettiva progettuale e decennale, perché chi fa impresa ha bisogno di orizzonti più ampi per investire". Confindustria, ha detto ancora Gay, farà la sua parte escludendo chi delocalizza solo per sfruttare manodopera a basso costo e "non accetta che il legittimo profitto sia indissolubilmente legato al territorio che lo genera". "La delocalizzazione di quelle imprese che producono utili ma che vanno alla ricerca di manodopera sempre più sottopagata oggi non può più essere considerata una qualsiasi opzione imprenditoriale", ha sottolineato. Lotta senza compromessi anche alla corruzione, perché l'Italia deve "pulire la fedina penale del Pil" per riguadagnare credibilità internazionale: "Lo ha detto il presidente Squinzi alla nostra Assemblea, lo ripeto io oggi: chi corrompe esca dalla nostra Associazione, vogliamo un sistema che non tollera i corrotti e i corruttori". La proposta di Confindustria è stata fatta propria dal ministro per le Riforme costituzionali e i Rapporti con il Parlamento, Maria Elena Boschi, l'ospite d'onore della prima giornata del Congresso. Per Boschi, infatti, la stessa regola andrebbe applicata anche ai politici: "Per noi chi ruba e chi corrompe compie alto tradimento nei confronti della Repubblica". Per favorire il rientro in Italia delle imprese che in passato hanno de localizzato, Confindustria propone "un vantaggio fiscale non inferiore al 50% del costo del lavoro per tre anni, per le assunzioni a tempo indeterminato figlie del rimpatrio di insediamenti produttivi", nonché "una riduzione temporanea delle tasse sui profitti rimpatriati fino al 5%, se le aziende beneficiarie riportano in Italia la sede legale assumendo nuovi dipendenti". Infine un impegno ambizioso per la creazione di nuovi, numerosi posti di lavoro: "Qualcuno" - ha detto Gay - anni fa ha promesso all'Italia di creare un milione di posti di lavoro; ci ha firmato un contratto: noi come imprenditori di contratti ne firmiamo ogni giorno. E li rispettiamo".
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