giovedì 5 febbraio 2015
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​Sei italiani su dieci (il 60%) hanno diminuito o annullato gli sprechi domestici nel 2014, complice la crisi. Allo stesso tempo, però, nel 2014 ogni italiano ha buttato nella spazzatura 76 chili di prodotti alimentari. Sono alcune delle cifre che emergono dall'indagine Coldiretti/Ixé divulgata in occasione della seconda Giornata di prevenzione dello spreco alimentare in Italia, istituita dal Ministero dell'Ambiente. Secondo l'analisi, tra chi ha tagliato gli sprechi, il 75% fa la spesa più attentamente, il 56% utilizza gli avanzi nel pasto successivo, il 37 riduce le quantità acquistate, il 34% guarda con più attenzione la data di scadenza e l'11% dona in beneficenza. "Ogni anno - spiega Coldiretti - il cibo che viene prodotto, ma non consumato, sperpera un volume di acqua pari al flusso annuo di un fiume come il Volga, utilizza 1,4 miliardi di ettari di terreno (quasi il 30% della superficie agricola mondiale) ed è responsabile della produzione di 3,3 miliardi di tonnellate di gas serra". Coldiretti segnala, inoltre, che si moltiplicano le iniziative per la raccolta dei cibi avanzati in ristoranti, mense e pizzerie, ma anche di prodotti vicini alla scadenza, offerti da negozi e supermercati da destinare ai più bisognosi. A livello mondiale, un terzo del cibo prodotto viene sprecato, per un totale di 1,3 miliardi di tonnellate che sarebbero ampiamente sufficienti a sfamare la popolazione che soffre di fame cronica, secondo una analisi della Coldiretti su dati Fao. Gli sprechi alimentari hanno raggiunto le 670 milioni di tonnellate nei paesi industrializzati e le 630 milioni di tonnellate in quelli in via di sviluppo. La tendenza a ridurre gli sprechi cresce anche fuori dalle mura domestiche: un italiano su tre (33%), quando esce dal ristorante, chiede la cosiddetta 'doggy bag' per gli avanzi.
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