sabato 14 dicembre 2013
Il presidente Franco Miano: piena adesione a «SlotMob» e a «Mettiamoci in gioco».​​​ Dall'associazione «impegno educativo e interventi culturali e politici; è inaccettabile uno Stato che lucra sulle scommesse».​
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Al servizio dell’uomo, del Vangelo e di quei valori che da sempre parlano di solidarietà e giustizia, di fraternità e di educazione. In netto contrasto quindi con la logica deviata che alimenta la spirale delle dipenden­ze di cui l’azzardo è ormai diventato la punta più acuminata e più dolorosa. Ec­co perché l’Azione cattolica – come ci spiega il presidente nazionale Franco Miano – ha deciso di scendere in cam­po contro il gioco patologico e, soprat­tutto, contro tutto quell’arcipelago di in­teressi lobbistici più o meno leciti, di scelte politiche dissennate, di sollecita­zioni culturali inaccettabili gonfiate da una massiccia pressione mediatica e pubblicitaria.
Presidente Miano, di fronte a questa si­tuazione, quale sarà l’impegno di Ac?
Innanzi tutto serve una svolta educati­va. E, secondo la logica di Ac che è quel­la del Vangelo, l’impegno educativo non può mai essere separato dalla vita. Dob­biamo renderci conto che alcune situa­zioni sociali, come appunto il dilagare dell’azzardo, sono sintomi di un deficit formativo. E questo finisce per intacca­re sia i processi di crescita personali, sia quelli sociali.
E quando si aprono deficit formativi co­sì gravi si alimentano anche illusioni pericolose.
Certo, l’azzardo si appropria della vita delle persone e diventa un pericoloso bi­nario di condizionamento. La speranza di vincere alimenta l’illusione. E le per­sone più fragili finiscono per perdere i contatti con la realtà.
Quanto pesano le grandi lobby eco­nomiche che sostengono il mondo dell’azzardo?
Dobbiamo riuscire a far cogliere il rap­porto che esiste tra le scelte personale e il bene della società. Qui siamo di fron­te a un fenomeno che mette in gioco di­rettamente la sopravvivenza delle fami­glie, soprattutto in un tempo di crisi que­sto questo. In troppe situazioni il gioco patologico aggrava la povertà delle fa­miglie, perché sottrae risorse, tempo, se­renità e speranza.
Quali le responsabilità della politica?
Uno Stato che preferisce lucrare sul gioco d’azzardo senza pensare alle conseguenze gravissime di questa scelta ha certamente imboccato una china pericolosa. Dobbiamo fermare questa deriva.
Come si concretizzerà la mobilitazione di Ac?
Adesione e sostegno alle campagne già avviate, dagli appuntamenti 'SlotMob' alla campagna 'Mettiamoci in gioco'. Per noi è molto importante ribadire che l’impegno di un credente non può di­menticare i bisogni concreti della realtà. Ecco perché vorremo dare rilievo alla nostra adesione e suscitare nuovi sti­moli, proposte concrete, iniziative ca­paci di segnare un’autentica inversione di tendenza.
Già tante realtà diocesane hanno pre­so posizione con forza, seguendo le sol­lecitazioni arrivate dai vescovi.
Certo, molte delle nostre associazioni lo­cali hanno già organizzato momenti di riflessione che con sensibilità e coraggio danno sostanza a quell’impegno educa­tivo che rimane la nostra cifra distintiva. Ora, da un lato questo sforzo dev’essere incrementato e allargato ad altre forme di intervento, come il sostegno a tutti quei commercianti che non vogliono piegarsi alla logica dell’azzardo e rifiuta­no di installare le slot nei loro locali. Ma, allo stesso tempo, occorre agire su un piano culturale per incidere sulle scelte amministrative e politiche. Impegno complesso, ma non sarà tempo perso.
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