mercoledì 4 gennaio 2012
Bagnasco: piaga che corrompe il modo di pensare. L’intervento del presidente della Cei sulle tensioni sociali originate dalla crisi: «Si possono prevenire con la via del dialogo. Parlarsi significa fare emergere i problemi e cercare soluzioni»​
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​Il gioco d’azzardo «è una piaga, una nuova forma di droga, da cui bisogna guardarsi con estrema determinazione e con grande consapevolezza» e «le istituzioni, a tutti i livelli - educativi, politici e sociali - devono intervenire perché questa piaga corrompe il modo di pensare e quindi i costumi». Ad affermarlo, ieri mattina, l’arcivescovo di Genova e presidente della Cei, cardinale Angelo Bagnasco, a margine della tradizionale Messa di inizio anno, organizzata dalla diocesi di Genova, per i giostrai del Luna Park. L’appuntamento è diventato anche l’occasione per tornare a parlare della crisi del mercato del lavoro e della crisi economica rinnovando l’appello alla coesione e al dialogo già lanciato dal porporato nelle omelie di Natale e nel discorso di fine anno. Sul lavoro, l’appello è stato quello di attivarsi, in tutte le forme possibili, affinché questo possa essere salvaguardato «al di dà delle forme e delle tipologie». Parlando in particolare della situazione della Fincantieri di Sestri Ponente, il cardinale ha poi spiegato che «è una situazione delicata e fonte di preoccupazione» e che «c’è la volontà e la determinazione da parte di tutti per salvaguardare il lavoro al di là forme e delle tipologie». Ha poi parlato dell’aumento dei prezzi registrato in questi ultimi giorni: «fa parte della crisi» ed «è una stretta che coinvolge tutti anche se se i punti di partenza delle persone sono diversi e quindi sono diverse le ricadute». L’arcivescovo ha quindi rinnovato l’appello all’unità ed alla concordia per scongiurare il pericolo di tensioni sociali. L’unica strada da percorrere, ha ribadito, è «la via del dialogo». «Le tensioni sociali, purtroppo, sono sempre possibili - ha aggiunto - ma non sono fatali. Si possono affrontare e anche prevenire innanzitutto con la via del dialogo, tra le diverse situazioni ed i diversi soggetti, che è molto importante, perché parlarsi significa fare emergere i problemi e cercare soluzioni possibili» e «in secondo luogo, come in tutte le famiglie, quando le difficoltà sono più grandi, ci si stringe maggiormente». Di crisi delle difficoltà economiche degli italiani, Bagnasco è tornato a parlare alla fine della Messa. Ci sono «problemi di carattere economico, che tutti conosciamo, che sono preoccupanti». Ha però ricordato «un dato culturale» che deve andare oltre l’immediato: «che nessuno si senta solo». Questo è un dato che «va oltre le contingenze economiche perché è un dato culturale, uno stile di vita». Per questo, ha concluso, «dobbiamo tornare a vivere insieme». Tra gli argomenti affrontati con i giornalisti presenti anche quello della libertà religiosa in particolare le tensioni in Nigeria dove i gruppi fondamentalisti hanno intimato ai cristiani di lasciare il Paese entro tre giorni. «Sono fatti estremamente dolorosi che ci fanno riflettere sul diritto alla libertà di religione di coscienza che da sempre fa parte dei  diritti fondamentali» ha detto Bagnasco aggiungendo: «Purtroppo, sono diritti che sono sì dichiarati dalle carte internazionali, e quindi appartengono alla coscienza universale, ma, di fatto, non vengono osservati ovunque. Quella dei fratelli nella fede è una testimonianza che ci deve scuotere nelle nostre tiepidezze».
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