mercoledì 29 agosto 2012
Nella riunione preparatoria al Consiglio dei ministri, Economia e Sviluppo mettono in guardia su minori entrate fiscali e ricorsi dei produttori. Dubbi anche sull’utilizzo del decreto e sulla costituzionalità di alcune norme. Pdl, Idv e Lega attaccano sulla tassa per le bibite gassate. Venerdì il Cdm, possibile rinvio al mercoledì dopo.
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La notizia, nelle redazioni, arriva prima attraverso i lobbisti e poi attraverso le agenzie di stampa: «Il decretone Sanità si è arenato...». Una soffiata che prende corpo quando emergono i dettagli del burrascoso preconsiglio dei ministri svoltosi ieri mattina in preparazione al Cdm di venerdì. Gli uffici legislativi, in particolare quelli del Tesoro e dello Sviluppo, hanno avanzato «dubbi di merito, di copertura e di costituzionalità» su alcune misure cruciali: il piano per limitare gli effetti devastanti di giochi e scommesse, le maximulte alle tabaccherie per le sigarette vendute ai minori, l’assistenza h24 dei medici di base aggregati in poliambulatori, la tassa sulle bibite gassate necessaria per finanziare il programma di cure alle non autosufficienze, il piano per assicurare i livelli essenziali di assistenza. Norme che - ipotesi però nettamente smentita dal ministro della Salute Renato Balduzzi - potrebbero essere rinviate a quando ci saranno maggiori garanzie economiche oppure stralciate e inserite in un disegno di legge, dunque allungando i tempi (l’alternativa sarebbe una legge delega).La riunione tecnica dei capi di gabinetto è anticipata da una telefonata mattutina tra il ministro del Tesoro Vittorio Grilli e Balduzzi, quasi a prevenire la tempesta che si sarebbe scatenata di lì a poco. I tecnici di via Venti Settembre, infatti, sbattono sul tavolo 28 pagine di critiche, in media una per ogni articolo del decretone. E il nodo essenziale sono i soldi. Il Mef teme, in particolare, il mancato gettito da parte dei concessionari delle licenze per gioco, dei leader del tabacco e dei produttori di bibite. I lobbisti del gioco - senza conferme dal Tesoro - fanno circolare cifre-monstre, da capogiro tipo 4 miliardi di euro tondi tondi. Lo Sviluppo, invece, paventa il rischio che gli operatori ricorrano alla giustizia europea contestando il danno economico procurato dall’esecutivo. Certo, poi ci sono anche le diverse posizioni politiche dei ministri sulla tassa per le bevande alcooliche e gassate (misura già criticatissima da Pdl, Lega e Idv, al punto che Balduzzi ieri ha dovuto precisare: «Non pensiamo ad uno Stato etico, ma a responsabilizzare giovani e cittadini»). E ci sono i timori - espressi dal sottosegretario Antonio Catricalà - circa l’opportunità di utilizzare la forma del decreto (sulla quale il Colle è sempre molto vigile) per tutte le norme annunciate. Ma il cuore del problema, gira e rigira, sono i conti pubblici e il serrato pressing (già pronto a trasferirsi al Parlamento) delle lobby.Avvertito del problema, il premier Mario Monti ha incaricato Catricalà di istituire un tavolo tecnico con Salute, Famiglia, Economia e Sviluppo, anche per comprendere le critiche dei sindacati sulle non autosufficienze. Un primo appuntamento potrebbe esserci già domani, in vista del Cdm di venerdì. Le opzioni su cui spinge Balduzzi sono solo due: il varo “salvo intese” dopodomani o, al massimo, un’approvazione definitiva «ad intese raggiunte» mercoledì prossimo (nella prima settimana di settembre è previsto un doppio Cdm). Se però Tesoro e Sanità non si intenderanno, la «sintesi» spetterà a Monti.A dare manforte al ministro della Sanità c’è il collega con delega alle politiche familiari Andrea Riccardi. I due avevano sollevato insieme il tema delle ludopatie mesi fa, e ieri il fondatore della Comunità di Sant’Egidio ha detto al Tg1 che aggiungerà al decreto-Balduzzi l’articolato contro la pubblicità ingannevole. Stop dunque alle promozioni durante le fasce tv protette, nei cinema destinati ai ragazzi, sui bus o a ridosso delle scuole. Verrà anche inserita la regola per cui non si potranno promettere vincite multimilionarie senza indicare la probabilità statistica di spuntarla. Un altro modo per dire «non si torna indietro».
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