giovedì 16 giugno 2016
​Il vicepresidente della Camera: «Non si può dare la città a una principiante  Mi impegno sull'addizionale. Sfida al fotofinish».
Giachetti in pressing: «M5S solo arrogante. Voglio ridurre l'Irpef»
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Roberto Giachetti, perché un elettore che non l’ha fatto al primo turno dovrebbe votare lei al ballottaggio? Perché è un’altra storia rispetto al primo turno. È una sfida a due. Il mio programma parte dalla lotta alle diseguaglianze. Abbiamo pronti numerosi interventi a favore delle persone fragili, degli anziani, per aumentare gli asili nido, per avere in ogni quartiere scuole aperte di pomeriggio, per promuovere una reale integrazione nella piena legalità. Un’altra buona ragione per votarmi è che non ci si improvvisa sindaci di una città come Roma. Basta guardare il curriculum dei sindaci di Londra, Parigi, New York.

La rimonta non è facile. Sinceramente, quante chance si dà? I romani non vogliono mettere in mano a un gruppo di principianti il futuro dei propri figli. Negli ultimi giorni ho raggiunto Raggi, la vittoria o la sconfitta sarà al fotofinish.

Avrebbe gradito fare un’iniziativa con Renzi in questa settimana o è meglio così? E cosa gli dirà, in ogni caso, domenica sera? Con Renzi ho un rapporto straordinario, improntato alla franchezza e cementato dai 'no' che gli ho detto quando l’ho ritenuto necessario. Sull’iniziativa, ho già avuto il privilegio di essere intervistato da lui, in un auditorium stracolmo. Domenica sera lo ringrazierò per la fiducia e, da sindaco, aggiungerò che occorre aprire subito un tavolo per ristrutturare il debito e aumentare i fondi che Roma deve avere come Capitale.

Si è vantato di aver preso un Pd romano poco sopra il 10% e di averlo portato al 25. Non pensa però di aver 'pagato' anche un malessere lasciato nei dem romani dalla gestione delle dimissioni di Marino? Con la vittoria domenica e, nel prossimo futuro, con la fine del commissariamento, il Pd romano diventerà un caso da manuale di come si cambia un partito, lo si bonifica, lo si ricostruisce, a cominciare dai circoli di periferia. Resta un grande partito, ma deve rinnovarsi.

A proposito: al primo turno lei è andato meglio nel centro storico. Cosa fa per recuperare i voti delle periferie? Il calo nelle periferie è un sintomo di un profondo disagio sociale. Sta a noi tirar fuori le energie migliori che ci sono e - lavorando insieme al mondo dell’associazionismo e del volontariato - offrire nuove opportunità, soprattutto ai giovani. Dobbiamo ricucire la città con interventi di manutenzione, ma anche realizzando opere che consentano di sentirsi orgogliosi di essere romani ovunque si risieda.

Veniamo al programma. Roma continua a essere una città sporca. Io prevedo un piano straordinario per Ama che, dopo anni di mala gestione, sta portando avanti un forte processo di ristrutturazione. Divideremo la città in 360 aree con un responsabile e sarà lui a coordinare le attività.

Roma paga una delle addizionali comunali più alte d’Italia. Prende un impegno a ridurla? Ho un piano finanziario solido, con cui riusciremo ad abbassare l’addizionale Irpef. A partire dalle famiglie, in particolare quelle numerose, dimenticate in questi anni.

La piaga azzardo: cosa intende fare? È un fenomeno tragico, da contrastare perché colpisce sempre più giovani. Applicheremo con rigore le norme che vietano di collocare le sale da gioco in aree sensibili come vicino a scuole, ospedali, luoghi di culto, centri anziani.

Lei vuole «rivoluzionare la macchina amministrativa». Cosa vuol dire? Io voglio un Campidoglio che programdere e controlli e dei Municipi molto più forti che possano rispondere ai bisogni dei cittadini. Lo faremo da subito, con trasferimento di risorse, potere e personale ai Municipi.

Ha detto: «il referendum sulle Olimpiadi è domenica». Pensa sia proprio senza senso far decidere i romani? I referendum si fanno prima di prendere le decisioni, non dopo. Il Campidoglio ha già avviato l’iter. Io lo porterò avanti.

Perché vuole un assessorato alla Rigenerazione urbana, anziché all’Urbanistica? Oggi il problema essenziale è quello di rigenerare le nostre città e non di consumare nuovo suolo.

Cosa le hanno dato le sue precedenti esperienze di vita? Il periodo radicale mi ha insegnato ad avere coraggio; il lavoro in Campidoglio, il pragmatismo e il dialogo con tutte le istituzioni. Un esempio? Il Giubileo dei giovani con papa Wojtyla, nel 2000 a Tor Vergata. C’ero, per le mie funzioni in Campidoglio, e non lo dimenticherò mai; quello alla Camera, la robustezza delle nostre istituzioni democratiche.

La campagna elettorale è terreno di scontro. Mi dica però una cosa in positivo di Virginia Raggi. In tv le ho detto che ammiravo il suo coraggio, sono stato ricambiato con scortesia. Mi stupisce come una esordiente possa ambire a diventare sindaco senza un briciolo di umiltà, con arroganza. Faccio presente inoltre che lei ha firmato un contratto con una penale col M5S, la Appendino no.

Non è proprio un complimento. Comunque, come immagina il suo primo giorno da sindaco? Subito al lavoro, sulle prime tre delibere urgenti. Un piano straordinario di pronto intervento telefonico per le buche. 150 nuovi autobus ecologici per le strade e tessere gratuite per i mezzi pubblici per gli over 60 e under 20.

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