domenica 11 dicembre 2016
Nella notte il via libera di Renzi. Il ministro degli Esteri convocato da Mattarella. Colloqui alla Camera per formare il governo. "Avrà la stessa maggioranza". Attesa domani la lista dei ministri
Gentiloni accetta con riserva e incontra i partiti
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Paolo Gentiloni è salito al Quirinale, dove il presidente della Repubblica Sergio Mattarella gli ha conferito l’incarico di formare il nuovo governo dopo le dimissioni di Matteo Renzi. Il ministro degli Esteri accettando con riserva, come da prassi in questi casi, ha spiegato che "dalle consultazioni, è emersa l’indisponibilità delle maggiori forze delle opposizioni a condividere responsabilità in un nuovo governo. Dunque, non per scelta, ma per senso di responsabilità, ci muoveremo nel quadro del governo e della maggioranza uscente. Cercherò di svolgere il compito con dignità e responsabilità - ha aggiunto il premier incaricato - per accompagnare e facilitare il lavoro parlamentare nel definire le nuove regole elettorali".

Dunque Parlamento protagonista sul nuovo sistema elettorale e crisi fra le più rapide della storia della Repubblica. Gentiloni la assicurato tempi strettissimi come anticipato da Mattarella alla fine delle consultazioni. Dalle quali, ha spiegato lo stesso premier incaricato, "è emersa la conferma della decisione del premier Renzi di non accettare un reincarico in coerenza con l'impegno assunto durante la campagna referendaria. E questa coerenza merita rispetto". Non governo di scopo, o a termine, in ogni caso: "Sono infine consapevole - ha sottolineato Gentiloni - dell’urgenza di dare all’Italia un governo nella pienezza dei poteri e di rassicurare i nostri cittadini che affronteremo con il massimo impegno le priorità internazionali, economiche e sociali. A cominciare dalla ricostruzione delle zone colpite dal terremoto”.

La crisi aveva subito un’accelerazione ulteriore, a seguito di un ultimo colloquio chiarificatore nella notte di Mattarella con Matteo Renzi che, che sciolta l’ultima riserva in senso negativo su un possibile reincarico, ha confermato invece il via libera che già risultava al Quirinale sul nome di Gentiloni. Sarà un esecutivo che governerà, quindi, con pieni poteri e in stretta continuità con il precedente, con pochi cambiamenti nella compagine, nella quale il nodo più importante è proprio la sostituzione del premier che dovrà lasciare la Farnesina. Dalle 18 le consultazioni, alla Camera, del premier incaricato per formare un nuovo governo e incontrare i ministri che dovrebbero far parte della compagine. L’accelerazione domenicale è finalizzata anche a dare un segnale ai mercati sin dall’apertura della Borsa domattina, e a prevenire speculazioni sugli istituti bancari più indebitati. La lista dei ministri potrebbe essere pronta già domani, o al massimo martedì, così nel giro di pochi giorni il governo rientrerebbe nel pieno delle sue funzioni, con l’obiettivo di poter avere giovedì al Consiglio europeo un premier che abbia già giurato nelle mani del capo dello Stato, e con la possibilità al più presto di poter dare il via libera al decreto di salvataggio di Montepaschi e delle altre banche in crisi che anche l’Europa e la Bce attendono al più presto per non mettere a rischio il sistema Italia, anello fra i più deboli dell’Unione. «Ci sentiamo presto, amici», è la frase finale del saluto che Matteo Renzi, da premier dimissionario, scrive su Facebook dalla sua Pontassieve dove è arrivato nella notte con gli scatoloni da palazzo Chigi, lasciando intendere che i propositi di “staccare” per un po’ dopo la batosta referendaria sono accantonati. "Torno a casa davvero, senza paracadute e nessun vitalizio maturato. La politica per me è servire Paese, non servirsene".

Dal Quirinale trapela la soddisfazione di Mattarella per una crisi risolta in tempi record, e grande apprezzamento per il senso di responsabilità dimostrato da Renzi, nonostante la comprensibile delusione.

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