mercoledì 7 febbraio 2018
Il presidente del Consiglio parla all'Università Humboldt di Berlino e auspica che, dopo l'«importante» accordo di governo tra Cdu e Spd, in Italia il voto porti più Europa e confermi le scelte fatte
Gentiloni ai tedeschi: da noi i governi cambiano, ma non c'è instabilità
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«Non bisogna mai confondere, per quanto riguarda il giudizio sull'Italia, la frequenza dei cambi di governo con l'instabilità nelle scelte di fondo del Paese. L'Italia ha sempre mantenuto una coerenza nelle scelte di fondo», anche «economiche» ed è sempre stato un Paese «europeista e democratico» e resta dunque un Paese che dimostra una grande «affidabilità di fondo» e con il quale «è fondamentale che i grandi paesi europei collaborino per il futuro dell'unione». Il presidente del Consiglio Paolo Gentiloni ha spaziato dalle imminenti elezioni, fino alle questioni delle migrazioni e del pericolo di risorgenti estremismi xenofobi nella lezione sull'Europa, tenuta oggi all'Università Humboldt di Berlino, dove nel pomeriggio avrebbe dovuto incontrare Angela Merkel. Ma l'incontro è stato rimandato per il prolungarsi delle trattative sulla grande coalizione tedesca.

Sulla tornata elettorale del 4 marzo l'inquilino di Palazzo Chigi ha ribadito l'importanza che, dopo la chiusura dell'«importante» accordo per la Grosse Koalition in Germania, in Italia il risultato del voto sia «improntato alla stabilità e all'Europa». Certo, ha proseguito, «i risultati elettorali non sono mai una pagina scritta in anticipo». Ma l'augurio che un governante si fa è quello di «una continuità e una conferma delle scelte fatte in questi anni«, oltre a «manifestare rispetto per l'autonomia degli elettori».

Nella gestione dei flussi migratori, ha ribadito il premier, «non possiamo accettare in Ue di essere condizionati da posizioni troppo diverse rispetto a quelle che i valori europei considerano le posizioni giuste». Inoltre «dobbiamo essere in grado di rispondere al disagio sociale, nella riduzione delle diseguaglianze che non sono diminuite. Rischiamo reazioni xenofobe e nazionaliste».


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