venerdì 10 luglio 2020
La procura di Genova ha aperto un fascicolo dopo gli esposti della Liguria per ingorghi nelle autostrade liguri legati alle ispezioni di Ispi. Tomasi: già chiarito con la Procura
Caos Autostrade: Toti chiede i danni, la Procura indaga
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Cresce di intensità lo scontro tra il presidente della Liguria Giovanni Toti e il Governo sugli ingorghi nelle autostrade liguri legati alle ispezioni di Atlantia S.p.A. Autostrade per l'Italia S.p.A. (Aspi) nelle gallerie sulla base di quanto chiesto dal Mit.

"Sabato o lunedì", ha annunciato Toti, la regione Liguria presenterà al tribunale di Genova una richiesta danni. In Liguria "al momento quello che si prospetta, è una paralisi totale", ha poi avvertito presagendo chiusure prolungate per lavori su alcune tratte della Genova-Ventimiglia (A10), Milano-Genova (A7) e Genova-Livorno (A12).

La procura di Genova ha intanto aperto un fascicolo dopo una serie di esposti, in primis quello dello stesso Toti, per i disagi nel nodo autostradale ligure. I magistrati hanno chiesto chiarimenti al Mit e ad Aspi su tempistiche e modalità degli accertamenti e sull'anticipo della fine delle ispezioni e il differimento degli interventi meno urgenti. Nell'esposto il governatore aveva evidenziato che "le modalità di programmazione e effettuazione dei lavori poste in essere nelle ultime settimane sembrano improntate principalmente alla tutela di una accezione "strutturale" di sicurezza, legata cioè esclusivamente alla stabilità dell'infrastruttura, senza considerare che la sicurezza deve essere anche valutata nella sua accezione "funzionale".
Nel fascicolo sono confluiti anche gli esposti delle pubbliche assistenze del Levante che lamentavano ritardi nell'assistenza ai pazienti e nel trasporto in ospedale con ambulanze e automediche bloccate nelle code. Al riguardo Autostrade per l'Italia ha assicurato la massima collaborazione all'autorità giudiziaria per fornire tutte le informazioni che saranno ritenute utili. Le modalità, gli standard e le tempistiche di svolgimento delle attività di ispezione nelle gallerie liguri vengono svolte seguendo rigorosamente le prescrizioni del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, ha sottolineato la società.

Nel frattempo con una nota Autostrade per l'Italia precisa che l'amministratore delegato di Ispi, Tomasi non aveva competenza sulle barriere fono-assorbenti. "In merito ad alcune notizie di stampa riguardanti il coinvolgimento di Roberto Tomasi in un'indagine riguardante la conformità dell'installazione di alcune barriere assorbenti sulla rete autostradale, - informa una nota - si evidenzia che l'ad ha già avuto modo di chiarire ampiamente all'Autorità Giudiziaria la propria posizione. Nell'incontro - che si è tenuto lo scorso gennaio 2020 presso la Procura di Genova - Tomasi, nello spirito di massima trasparenza, ha prestato piena collaborazione, fornendo ogni informazione disponibile, utile alla specifica indagine".

Tomasi, si legge ancora, "ha chiarito che la sua partecipazione al Comitato Grandi Opere di Aspi avveniva solo con la finalità di presentare alcuni progetti di potenziamento della rete di cui, al tempo, aveva diretta competenza. Di tali progetti non hanno mai fatto parte le barriere fono-assorbenti oggetto di indagine - installate su 60 km su un totale di 3.000 km della rete ASPI - rispetto alle quali Tomasi non ha mai avuto alcuna responsabilità diretta o indiretta".

La rete ligure, intanto, è andata nuovamente in tilt. Dopo il maxi ingorgo del "venerdì nero" (3 luglio) con code fino a 20 chilometri, ieri è stata chiusa la tratta tra Bolzaneto e Genova Ovest sulla A7 (verso Genova), per l'imprevista prosecuzione oltre l'alba dei controlli avviati nella galleria Zella e le code avevano raggiunto anche i 16 chilometri. Nella giornata sono rimaste più contenute, fino a 6 chilometri. Ma in compenso le tratte a una sola corsia hanno creato un nuovo imbuto sulla A26 Genova-Gravellona, con 9 chilometri di coda in prossimità di Masone.

Nella galleria Zella si sta procedendo intanto al ripristino dei difetti riscontrati: riaprirà solo nei prossimi giorni. Toti chiede da settimane a Mit e Aspi un cambio nel piano di lavori. Il 2 luglio per la prima volta ha parlato della volontà di chiedere i danni, dopo che in settimana era anche saltato un consiglio regionale perché imbottigliato nelle code anche il presidente Alessandro Piana. Il 29 giugno ha firmato anche un'ordinanza con la richiesta a Mit e Aspi di cambiare entro 3 giorni il piano dei lavori. Il 3 luglio ha invitato Mit e l'Ad di Aspi Tomasi a un tavolo per una quantificazione bonaria dei danni, chiedendo anche di portare un odg sul tema alla conferenza delle Regioni.

Il piano di Aspi prevedeva che dal 10 luglio venissero riaperte tutte le gallerie ma la società ha già chiarito che i disagi proseguiranno visto che per la chiusura dei cantieri si arriverà almeno fino alla fine di luglio. L'intera vicenda dei cantieri autostradali parte a fine 2019 quando un crollo nella volta della galleria Bertè sulla Genova-Gravellona (A26) sposta l'attenzione dalla manutenzione dei viadotti alle gallerie. Aspi ne conta in regione 285 e l'azienda, che ha nel frattempo rivoluzionato modalità di controllo e governance, fa una prima tornata di ispezioni contando su controlli più approfonditi in un secondo momento.

A fine maggio il Mit sulla base di una circolare del '67 chiede ispezioni complete e subito. Aspi, già al 95% delle verifiche, ricomincia i controlli su 143 tunnel. Martedì il Mit emana una circolare che apre a metodi innovativi per accelerare le verifiche. L'Aiscat lamenta ancora confusione. La ministra Paola De Micheli assicura mercoledì che entro una decina di giorni i controlli finiranno. "Nel decreto semplificazioni - aggiunge - c'è una norma per cui gli interventi verranno programmati sulla base della gravità". Toti attende al varco, convinto da tempo che i controlli non sarebbero finiti il 10 luglio come annunciato. "Ci è stato comunicato un nuovo piano di lavori che arriva fino al 15 luglio e oltre", ha sottolineato oggi.

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