mercoledì 15 giugno 2016
​Cartelloni con i drammatici dati sulla mortalità infantile: l'iniziativa dei "Genitori tarantini" dopo la diffusione dei dati epidemiologici. Marina Luzzi
Campagna choc: così i bimbi muoiono a Taranto
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Da lunedì scorso campeggia questo manifesto all’ingresso di Taranto, nei pressi del quartiere Tamburi e alle spalle del porto. Sullo sfondo ci sono le ciminiere e i fumi dell'Ilva, in primo piano un papà che stringe la mano al figlio, accanto i dati inquietanti sulla mortalità infantile. Dati ufficiali diffusi dal Ministero della Salute nel rapporto Sentieri, che attestano l’incidenza di tumori e malattie tra i piccoli nel periodo antecedente ai dieci decreti Ilva. “Provvedimenti che hanno contribuito e contribuiranno per molti decenni ancora, ad aumentare le già insopportabili percentuali che pesano su Taranto”, dice l’associazione “Genitori tarantini”, promotrice dell’idea. Nel manifesto, agghiaccianti, ci sono i numeri: il 21 % di tumori infantili in più della media regionale, il 54% in più di incidenza di tumori tra 0 e 14 anni, +20 % di eccesso di mortalità nel primo anno di vita e +45% di malattie iniziate in gravidanza.L’associazione aveva già promosso un’iniziativa analoga, con un altro cartellone shock, nelle scorse settimane. Era stato affisso anche a Bari e poi a Genova, sede dell’altro grande stabilimento Ilva. LI’ qualcuno aveva pensato di strapparlo, causando non poche polemiche ed una nuova affissione. I “genitori tarantini” qualche giorno fa hanno anche scritto una lettera a papa Francesco, chiedendo che venga a Taranto per riportare sotto i riflettori la situazione drammatica in cui si trova la città.
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