lunedì 18 febbraio 2019
Coinvolta una terza persona, un imprenditore. L'accusa è anche di emissione di fatture inesistenti. L'ex premier: mi sento responsabile per il dolore della famiglia
Tiziano Renzi in una foto dell'archivio Ansa

Tiziano Renzi in una foto dell'archivio Ansa

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È sera quando la notizia irrompe nelle agenzie di stampa, con l’effetto di una slavina. Tiziano Renzi e Laura Bovoli, genitori dell’ex premier e senatore del Pd Matteo, sono stati posti agli arresti domiciliari. Il provvedimento, eseguito dalla Guardia di Finanza, è stato disposto dal gip del tribunale di Firenze su richiesta del procuratore Giuseppe Creazzo, dell’aggiunto Luca Turco e della pm Christine Von Borries. Marito e moglie sono accusati di bancarotta fraudolenta ed emissione e utilizzo di fatture per operazioni inesistenti, nell’ambito di un’inchiesta sulla gestione di tre società cooperative collegate alla «Eventi 6», società di famiglia. La misura riguarda anche un imprenditore di Campo Ligure (Genova), Gian Franco Massone, vicepresidente di una delle coop fallite. I tre – secondo quanto si apprende –, sono stati nel tempo amministratori di fatto delle tre società cooperative, due già dichiarate fallite. «Mai vista una cosa del genere: arresti domiciliari a due persone prossime ai 70 anni per fatti asseritamente commessi al più tardi nel 2012. Ci riserviamo ogni valutazione sul merito alla lettura completa delle carte», osserva l’avvocato Federico Bagattini, difensore della coppia.

Giunta come un fulmine a ciel sereno, la notizia degli arresti scuote profondamente l’ex segretario del Pd, che interrompe il tour per presentare il suo ultimo libro: «Chi ha letto le carte mi garantisce di non aver mai visto un provvedimento così assurdo e sproporzionato».

Rischio di inquinamento prove

Le ipotesi di reato contestate ai due coniugi Renzi riguarderebbero sia l’emissione di fatture per operazioni inesistenti all’interno di una delle società, sia un’ipotesi di bancarotta fraudolenta, presumibilmente commessa per le altre due società cooperative poi dichiarate fallite. Nell’autunno scorso, gli inquirenti avrebbero acquisito presso la «Eventi 6» documenti afferenti a tre cooperative (Delivery, Europe service Srl e Marmodiv), successivamente sottoposte a perquisizione. Ciò che è stato trovato in libri contabili e registri di fatturazione avrebbe convinto i pubblici ministeri a chiedere una misura cautelare al giudice per le indagini preliminari, motivandola col timore di inquinamento delle prove e reiterazione del reato. Il 4 settembre scorso, il gup di Firenze Silvia Romeo – sempre su richiesta dei pm von Borries e Turco, aveva rinviato a giudizio i coniugi Renzi per il reato di emissioni di fatture false (importo 140mila e 20mila euro) insieme a un altro imprenditore, accusato anche di truffa. L’inizio di quel processo è fissato per il 4 marzo.

Renzi rientra a Firenze

L’ex premier apprende dell’arresto mentre è a Torino per presentare il suo libro. Cancella tutto e riparte per Firenze. A Facebook network, affida un mix di rabbia e sconcerto: «Arriveranno le sentenze – scrive Renzi – e vedremo se questi due cittadini settantenni, incensurati, sono davvero i pericolosi criminali che meritano – oggi, casualmente proprio oggi – questo provvedimento». Poi avverte: «Se qualcuno pensa che si possa utilizzare la strategia giudiziaria per eliminare un avversario dalla competizione politica, sta sbagliando persona». Il senatore dem parla di «umiliazione immeritata e ingiustificata» per i genitori e annuncia per oggi una conferenza stampa a Palazzo Madama: «Non accetteremo nessun processo nelle piazze o sul web. I miei genitori si difenderanno in aula... Se io non avessi fatto politica, la mia famiglia non sarebbe stata sommersa dal fango». Concorda il leader di Forza Italia Silvio Berlusconi: «Se non avesse fatto politica in un certo modo, non sarebbe accaduto».

Silenzio M5s-Lega

Nelle due forze politiche di maggioranza, la consegna è di evitare commenti: «Niente da festeggiare», taglia corto il vicepremier leghista Matteo Salvini.

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