lunedì 12 marzo 2018
Si chiama O-Arm 2 ed è una speciale Tac. Serve a impiantare pacemaker che stimolano il cervello dei malati. Facilita le operazioni e permette di ridurre farmaci e costi. Già due interventi eseguiti
Parkinson ed epilessia, nuova tecnologia per la neurochirurgia
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Una nuova tecnologia per interventi ultraprecisi di neurochirurgia, per il Parkinson, la distonia e l’epilessia è ora disponibile presso la Fondazione Policlinico Universitario A. Gemelli di Roma: si tratta di una speciale Tac intra-operatoria collegata a un nuovo sistema di neuronavigazione che permette di seguire in tempo reale l’impianto di un “pacemaker” cerebrale per la stimolazione profonda del cervello di questi pazienti.


«Per gli interventi di stimolazione cerebrale profonda questo sistema, chiamato O-Arm 2, è l’unico che permette di verificare la posizione reale degli elettrodi del pacemaker durante l’operazione, consentendo quindi anche correzioni delle traiettorie al fine di migliorare il raggiungimento del target», spiega il dottor Tommaso Tufo, neurochirurgo del team guidato dal professor Alessandro Olivi, direttore dell’Uoc di Neurochirurgia del Gemelli e ordinario di Neurochirurgia all’Università Cattolica, dove sono stati eseguiti con successo i primi due interventi in Italia con l’utilizzo di questa tecnologia.

Il nuovo sistema è un'evoluzione dei precedenti sistemi Tac intra-operatori. Si interfaccia con la tecnologia "frameless", una speciale piccola "torretta" che si monta sulla testa del paziente e viene riconosciuta dal neuronavigatore. Il sistema permette di tenere la testa del paziente libera di muoversi durante la procedura (in alcuni di questi interventi il paziente è sveglio). «Ciò consente un'ulteriore riduzione dei tempi operatori e un miglioramento del confort per il paziente e anche per il chirurgo», spiega Tufo.

«La stimolazione cerebrale profonda permette di migliorare i sintomi di malattie come il Parkinson, la distonia o alcune forme di epilessia che non rispondono ai trattamenti farmacologici di prima linea», precisa la dottoressa Anna Rita Bentivoglio, responsabile Uos Disturbi del movimento. In alcuni casi, i risultati sono tanto sorprendenti far sospendere o ridurre significativamente la terapia farmacologica. «La personalizzazione del trattamento - prosegue Bentivoglio - è raggiunta grazie all’accurato lavoro di regolazione dei parametri di stimolazione che nel nostro team è svolto in prima persona dalla dottoressa Carla Piano, neurologa del Centro dei Disturbi del Movimento del Gemelli». Nel caso della malattia di Parkinson, «la nostra unità operativa neurochirurgica esegue due interventi in media al mese di impianto del pacemaker per la stimolazione profonda, con il programma di incrementare a quatto procedure al mese entro fine anno, dedicando spazi operatori e personale», aggiunge Beatrice Cioni, professore aggregato dell’Unità di Neurochirurgia del Gemelli.

«La nostra struttura al momento è l’unica dotata di questa tecnologia nel Centro-Sud. Le indicazioni emergenti per il trattamento di alcune malattia psichiatriche e per forme di epilessia con stimolatori cerebrali consentiranno di offrire più opzioni terapeutiche ai pazienti», afferma il dottor Manlio Barbarisi, neurochirurgo del team del professor Olivi. L’investimento in tecnologie all’avanguardia e nuovi macchinari per la sala operatoria consente di migliorare e ottimizzare anche le risorse, riducendo i tempi degli interventi e le complicanze delle procedure. Il tutto si traduce in migliori risultati nella cura di pazienti complessi.

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