mercoledì 3 maggio 2017
Al progetto collabora il Centro di ricerca "Benito Stirpe". Previsti screening e prestazioni a tariffe agevolate. L'iniziativa si affianca al "Passaporto ematico" e ai defibrillatori negli stadi
Da sinistra: Mauro Grimaldi, vicepresidente della Lega Pro, Enrico Zampedri, direttore del Policlinico Gemelli e Paolo Zeppilli, ex medico della Nazionale

Da sinistra: Mauro Grimaldi, vicepresidente della Lega Pro, Enrico Zampedri, direttore del Policlinico Gemelli e Paolo Zeppilli, ex medico della Nazionale

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Mai più giovani vite stroncate sui campi di gioco. Di calcio non si deve morire. Sono negli occhi di tutti, dagli anni Settanta a oggi le drammatiche immagini di Renato Curi, centrocampista del Perugia, o del livornese Piermario Morosini. Ma sono tanti ogni anno in Italia e all'estero i calciatori affermati o le giovani promesse che stramazzano a terra non per ragioni di gioco e non si rialzano più. Troppi. Nel rettangolo d'erba, ma anche fuori da esso. Per contrastare questo fenomeno la Lega Pro e la Fondazione Policlinico Universitario "A. Gemelli" hanno siglato un accordo per un "Progetto di prevenzione e tutela della salute dei calciatori". Si tratta di un'altra importante tappa del percorso intrapreso della Lega Pro, il terzo livello professionistico del calcio italiano, che ha già sostenuto il progetto del "Passaporto ematico per i calciatori". All'iniziativa collabora in particolare il Centro di ricerca "Benito Stirpe per la prevenzione della morte improvvisa del giovane atleta", nato grazie a Maurizio Stirpe, presidente del Frosinone Calcio.

Oggetto principale del progetto sono le patologie cardiologiche negli atleti, soprattutto quelle più subdole, difficili da individuare con normali esami. Mauro Grimaldi, vicepresidente della Lega Pro, intervenuto oggi alla conferenza stampa di presentazione, ha espresso soddisfazione per l'accordo con il Policlinico Gemelli, «che è un partner di comprovata esperienza e qualità». Per Grimaldi è « fondamentale preoccuparsi non soltanto di ciò che accade sul rettangolo di gioco, ma anche di aspetti che riguardano la prevenzione e la tutela della salute». L'iniziativa, ha concluso, «permette di tutelare la salute dei tesserati e non soltanto dei giocatori delle prime squadre, ma anche di coloro che militano nei settori giovanili, che possono essere più esposti a gravi patologie». Enrico Zampedri, direttore generale del Policlinico Gemelli, ha ricordato come le morti impovvise sui campi di calcio, mentre si pratica lo sport più popolare in Italia e diffuso particolamente tra i giovani, siano «eventi sconvolgenti». Possono essere evitati con una «accorta e avanzata attività di prevenzione grazie a esami e screening specialistici che il nostro Centro di Medicina dello Sport mette a disposizione con grande e riconosciuta competenza agli atleti e alle società sportive. Siamo certi che da questa collaborazione verranno risultati importanti sul piano clinico e della ricerca a tutela della vita umana, ma anche sul piano della crescita della cultura della prevenzione".

Il Centro "Benito Stirpe" opera all’interno del Centro di Medicina dello Sport del Policlinico Gemelli, diretto da Paolo Zeppilli, professore ordinario e direttore della Scuola di specializzazione in Medicina dello Sport dell’Università Cattolica, che metterà a disposizione di tutte le società di Lega Pro e dei loro calciatori la sua esperienza e professionalità maturata all’interno dell’Università Cattolica-Policlinico Gemelli e affinata "sul campo", durante il lungo periodo nel quale è stato medico della Nazionale di calcio. Prestazioni a tariffe agevolate, servizi ed esami specifici sono tra i punti principali del protocollo di intesa sottoscritto. «Sono orgoglioso che la Lega Pro abbia scelto noi - afferma Zeppilli -. Ci proponiamo non solo di continuare la nostra opera di cardiologia preventiva applicata allo sport, ma di esplorare insieme alla Lega Pro nuove frontiere scientifiche, quale per esempio la valutazione di calciatori di varie etnie provenienti da ogni parte del mondo, che pongono spesso dubbi diagnostici a causa della diversità dei loro elettrocardiogrammi e dei loro cuori. La Lega Pro, con le sue 60 prime squadre e i rispettivi settori giovanili, è uno straordinario laboratorio di ricerca».

L’accordo - spiega il presidente Lega Pro, Gabriele Gravina, che non ha potuto prendere parte all’incontro - è un ulteriore «passaggio fondamentale» in un'attività di prevenzione in cui la Lega crede fermamente. Un nuovo tassello, che si lega ad altri progetti come quello per i defibrillatori destinati agli stadi in cui si giocano le partite del campionato di terza divisione. La stessa filosofia, conclude con cui è nato il passaporto ematico - una serie di analisi che permettono di individuare per tempo patologie serie - sperimentato già quest'anno con un gruppo di società.



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