venerdì 12 maggio 2017
Un pomeriggio di musica, maschere e burattini per i piccoli e grandi degenti dell'ospedale romano. E' la prima volta di uno spettacolo teatrale nella sala cinematografia interna al policlinico.
Sparagna gioca con i piccoli malati alla fine dello spettacolo

Sparagna gioca con i piccoli malati alla fine dello spettacolo

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È una prima da standing ovation. Pinocchio entra in corsia per portare alcune ore di distrazione ai piccoli e grandi degenti del policlinico Gemelli di Roma, dove il musicista della canzone popolare Ambrogio Sparagna ha messo in scena il suo “Pinocchio e le Storie cantate” nella sala cinematografica MediCinema all’ottavo piano del Gemelli. Con grande successo e con momenti di commozione, a giudicare dal calore con cui lo speciale pubblico ha accompagnato l’esibizione battendo le mani a tempo di musica.


Per la prima volta dalla nascita della sala cinematografica, promossa da MediCinema Italia onlus, dove due volte alla settimana vengono proiettati film di prima visione dedicati ai degenti del Gemelli, e dove sono in corso progetti di ricerca sul valore terapeutico del cinema con risultati interessanti, si è sperimentata anche “la terapia di sollievo” con il teatro.


Grazie alla generosità di Ambrogio Sparagna, dell’auditorium Parco della Musica di Roma e allo sforzo organizzativo del personale sanitario del Policlinico, i degenti del Gemelli hanno vissuto un'esperienza davvero insolita e dall’effetto benefico.


Lo spettacolo

E' una produzione originale di Teatro-Musica con le maschere e i burattini di Maurizio Stammati, gli strumenti musicali di Erasmo Treglia, Alessia Salvucci, Marco Iamele con i canti e le storie di Ambrogio Sparagna, che con il suo trio di musici composto da “Bellicapelli” e “Ciaramello”, hanno accompagnato e salutato con un arrivederci la platea dei degenti, co-protagonisti dello spettacolo, tra melodie e parole della tradizione italiana con il suo organetto e gli strumenti musicali curiosi dell’orchestra popolare italiana del Parco della Musica di Roma.


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