venerdì 3 settembre 2010
Alla vigilia dell'avvio dell'anno scolastico, il titolare dell'Istruzione fa il punto sulle questioni ancora aperte. Assunti 10mila nuovi docenti e 2.700 insegnanti di sostegno. Il ministro: bocciati con 50 giorni d'assenza. E nei licei più ore di matematica e fisica.
-Un utile «appunto» di Marco Tarquinio
- Le orme dei giovani sulla strada della scuola di Davide Rondoni
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Ripartire dal merito, cancellare gli effetti deleteri del ’68, impostare una linea di rigore educativo, razionalizzare la frammentazione degli indirizzi nelle scuole superiori, rilancio dell’istruzione tecnica e professionale. Ma anche stop a ogni forma di strumentalizzazione politica delle tensioni sindacali, per impostare un «confronto» fondato sulla «chiarezza», «nell’interesse di tutti... 230 mila precari sono un un numero spaventoso, frutto di politiche disinvolte», che hanno «distribuito posti di lavoro nel mondo della scuola, dei quali non aveva bisogno e, soprattutto, che non era in grado di sostenere finanziariamente».Nel presentare il nuovo panorama dell’istruzione scolastica in Italia, il ministro Maria Stella Gelmini, con i giornalisti a Palazzo Chigi, tocca una per una tutte le grandi questioni. Sul tema, tanto delicato quanto esplosivo, del precariato si sofferma con attenzione. Calibra le parole, ma non per questo evita di esporre la cruda realtà: bisogna troncare col passato. Di fronte al dramma dei tanti precari della scuola che «non potranno essere assorbiti», dice, il governo «sente di avere un impegno morale», almeno «nel non creare altre illusioni incrementando altro precariato». Da qui la conferma del blocco delle Ssis, definite «vere fucine di precariato». Allo stesso tempo nega che non ci sia il necessario impegno in termini di sostegno, ma che anzi il governo sta mettendo in campo «uno sforzo che non deve essere sottovalutato». La stessa «tanto vituperata» manovra economica, pur nella difficoltà del momento, ha trovato risorse «per accompagnare» l’esercito dei precari. Così oltre al decreto per i precari, il ministro ricorda «gli accordi già siglati con le regioni, come pure l’automatismo dell’indennità di disoccupazione».Il ministro Gelmini non manca, tuttavia, di tirare fuori le unghie. Condanna apertamente tutte le strumentalizzazioni messe in atto, nelle proteste di questi giorni, da alcuni partiti dell’opposizione, da chi ritiene di essere precario perché nella vita hanno fatto «una sola supplenza», dai «precari pretestuosi» che non sanno nemmeno se il loro posto di lavoro sarà confermato in questo anno scolastico, dai precari che non vogliono usufruire di altre alternative e che preferiscono l’assegno di disoccupazione e via dicendo. Proteste che per quanto legittime in molti casi «non sono motivate». Metodi che fanno «poco onore a chi li mette in campo».Da qui l’appello «a tutte le forze politiche» a far cessare le strumentalizzazioni. «Sono disponibile al confronto», ma in una situazione di questo tipo «non mi presto» alle polemiche, anche perché «stiamo perfezionando degli accordi». «Non voglio essere coinvolta in un’operazione politica», che ha il solo intento di far passare l’idea «che i 230mila precari siano frutto della Finanziaria e del governo Berlusconi» e che «avrebbe un impatto negativo sull’avvio dell’anno scolastico».Insomma, serve «un confronto nel merito di ciò che si può fare e non di ciò che si vorrebbe». Il governo «non è onnipotente» ma sta facendo «tutto il possibile. E se questo venisse detto con chiarezza le tensioni potrebbero affievolirsi nell’interesse di tutti».Molto più rilassati i toni del ministro quando presenta gli elementi fondamentali della riforma dell’istruzione superiore, che da quest’anno entrano a regime. Intanto la stretta sulla disciplina: se si superano i 50 giorni di assenza si viene bocciati. Per i licei si supera la riforma del ’23, nascono il liceo musicale e il liceo delle scienze umane, vengono aumentate le ore di matematica, fisica e scienze «secondo i parametri internazionali», è potenziato lo studio delle lingue, una materia del quinto anno viene insegnata solo in inglese. Maggiore attenzione al ’900 in letteratura, storia e filosofia. Più attenzione all’insegnamento dell’italiano. Undici gli indirizzi dei tecnici, sei quelli degli istituti professionali.Riguardo al personale, sono stati assunti 10mila nuovi docenti e 5mila unità di personale Ata. Ci sono 2.700 insegnanti di sostegno in più. Avviato un tavolo con i sindacati per ragionare sulle carriere degli insegnanti, perché «in Europa solo Italia e Grecia non prevedono avanzamenti per merito». Entro l’anno concorso per 3mila posti da preside.
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