martedì 28 gennaio 2020
«Forza Italia è un grande partito nazionale. E Jole Santelli un’attenta conoscitrice del suo territorio. Noi, da Roma, la sosterremo in ogni modo possibile»
Mariastella Gelmini

Mariastella Gelmini - Ansa

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«Forza Italia è un grande partito nazionale. E Jole Santelli un’attenta conoscitrice del suo territorio. Noi, da Roma, la sosterremo in ogni modo possibile». Secondo la capogruppo forzista alla Camera Mariastella Gelmini «la coalizione di centrodestra dimostra adesso, anche più di ieri, di avere bisogno di una Forza Italia combattiva. Oggi i problemi della gente sono legati ai nostri temi identitari: lavoro, imprese, occupazione, giovani, infrastrutture e giustizia. E noi, la voglia di lottare per gli interessi del Paese, non la faremo mancare».

La vittoria in Calabria pone le basi per una rinnovata 'centralità' di Forza Italia nel centrodestra?
I rapporti di forza possono cambiare a seconda delle necessità del Paese. Ma in questo, non c’è nulla che sia rivalsa. Si porta acqua allo stesso mulino. E una visione politica strategica non deve far perdere mai di vista chi è il vero antagonista politico. Per Forza Italia è la sinistra, sono i Cinque Stelle, anche se questi ultimi sono ormai votati all’estinzione...

Fi in Calabria ha sfondato, mentre in Emilia Romagna ha racimolato solo 55mila voti, il 2,6%. Come mai questo 'up and down'?
È vero. Ma resta il fatto che in Calabria abbiamo avuto più voti della Lega e degli altri partiti: senza di noi, non si vince. È il dato che raccogliamo e che, per noi, si traduce nella voglia di rilancio. Badi bene: rilancio di Forza Italia nell’interesse del Paese e dentro la nostra coalizione. Non, ribadisco, rivalsa nei confronti di qualcuno.

La sconfitta di Borgonzoni in Emilia Romagna può esser stata determinata da un elettorato moderato spaventato dalla trazione 'sovranista' Lega-Fdi? La 'citofonata' di Salvini può aver influito?
Ognuno fa in campagna elettorale ciò che ritiene opportuno: quel gesto va circoscritto in quell’ambito. In ogni caso, il voto in Emilia ha la sua importanza: mostra come sia stato possibile un confronto con la sinistra in una sua roccaforte. Una sinistra che non ha vinto con numeri da capogiro, nonostante stavolta siano persino giunte in soccorso le 'sardine'. Quella del centrodestra è stata una 'vittoria culturale', come l’ha definita il presidente Berlusconi.

Secondo il premier Conte, Salvini è il «grande sconfitto» di queste elezioni. Cosa ne pensa?
Dal voto in Emilia, emerge un solo dato inconfutabile: senza l’apporto di una forza liberale, equilibrata e garantista come Forza Italia non si vince.

Se il Senato dovesse concedere l’autorizzazione a procedere per il leader del Carroccio nel caso Gregoretti, la vicenda processuale potrebbe incidere sulla sua parabola politica?
Noi siamo garantisti e coerenti. Riteniamo gravissima e antidemocratica ogni 'incidenza' derivante da qualsiasi vicenda processuale nelle parabole politiche di chiunque. A maggior ragione in questo caso: Salvini era ministro dell’Interno del governo Conte e, perciò, il capo del governo non può essere esente da presunte responsabilità.

Sempre Conte ritiene che la situazione di M5s non avrà riflessi sul prosieguo del governo. Qual è la sua valutazione?
M5s è spaccato, la maggioranza è spaccata, il governo è spaccato. E Conte è il premier di tutte le stagioni. Ma non quando queste portano a un lungo inverno per il nostro Paese.

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