martedì 10 luglio 2018
Nella relazione annuale Antonello Soro spiega come solo mese di maggio, gli attacchi informatici sono stati 140 al giorno (+500%) mentre nel 2017 sono stati riscossi 3 milioni 800 mila euro di multe
Il Garante: piattaforme web diventate oligopoli per assenza di regole
COMMENTA E CONDIVIDI

​Sottostimati i suoi rischi per troppi anni, la privacy invece è diventata un bene prezioso da preservare soprattutto nel web. A dimostrarlo anche gli «oligopoli» di certe piattaforme web agevolati dalla mancanza di regole. Come pure gli attacchi informatici registrati dall'entrata in vigore delle nuove regole europee in materia di privacy, il 25 maggio: circa 140 al giorno con un aumento di oltre il 500% delle comunicazioni di data breach (in pratica dati sensibili copiati e diffusi senza autorizzazione) al Garante, «che hanno interessato, assieme a quelle notificate a partire da marzo, oltre 330.000 persone».

La relazione al Parlamento del Garante della privacy, Antonello Soro, mette in evidenza innanzitutto la sproporzione di ricorsi e sanzioni rispetto alle dimensioni del fenomeno nella sua globalità. Nel 2017 infatti i ricorsi decisi sono stati 276, le notificazioni pervenute 2.179, le sanzioni erogate hanno raggiunto i 3.776.694 euro. Fake news, cyberbullismo, eterna memoria della rete, ma anche minacce cibernetiche, algoritmi predittivi, uso massivo dei big data, persuasione occulta, attacchi informatici, solo per citare alcune delle questioni toccate da Antonello Soro.

Eppure regole e sanzioni non sono inutili, sottolinea Soro, perché il quadro europeo ormai omogeneo nelle norme in tema di tutela dei dati personali aiuta ad arginare i rischi. Basta pensare a quelli relativi al cyberbullismo: «Se nella maggior parte dei casi è stato rimosso il contenuto lesivo a seguito dell'intervento del Garante o per spontanea adesione dei gestori, le maggiori criticità si sono riscontrate rispetto a siti extraeuropei».

Per molto tempo tuttavia «i governi, in ogni angolo del pianeta, hanno sottostimato gli effetti e i rischi di un regime privo di regolamentazione - spiega il Garante - nel quale i grandi gestori delle piattaforme del web hanno scritto le regole, promuovendo un processo inarrestabile di acquisizioni e concentrazioni, dando vita all'attuale sistema di oligopoli». In un contesto del genere perciò le norme sono fondamentali, ma anche mestieri come quello del giornalista che nella società digitale «si carica ulteriormente di responsabilità nel fornire un'informazione corretta e rispettosa dei diritti altrui: un faro da seguire per orientarsi tra le post-verità». La protezione dati deve rappresentare, conclude Soro, «uno dei criteri regolativi essenziali per l'attività giornalistica»

© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI

ARGOMENTI: