lunedì 24 agosto 2015
Il prefetto si difende: "I vertici non erano informati". E annuncia la formazione di un gruppo di controllo permanente. Bagnasco: Conversione è unica via.
Mai più balbuzie antimafia Mimmo Muolo​
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"Una vicenda gravissima per il disdoro che ha recato, per la percezione di una città non controllata, per l'immagine di una città". Comincia così la conferenza stampa del prefetto di Roma Franco Gabrielli dopo la riunione del comitato provinciale per l'ordine e la sicurezza sul funerale show di Vittorio Casamonica.

Questo però non significa, prosegue il prefetto, che le autorità non abbiano, in questi anni, lottato contro gli abusi e i crimini del clan: "Oltre 117 arresti fatti, le forze dell' ordine non hanno conosciuto solo ora i Casamonica. Lo sforzo della polizia non è stato vano".

Per quanto riguarda il funerale e la possibilità che si sapesse qualcosa anche prima di quella celebrazione di potere criminale che ha sconvolto una città, Gabrielli si difende: "Le informazioni c'erano, seppure in maniera indiretta. Ma come ho scritto nell'informativa al ministro, non hanno raggiunto i vertici delle strutture che potevano assumere comportamenti" a riguardo. "Non ho mai detto che sarebbero rotolate teste, ho sempre detto che la cosa era grave. Nel caso, le teste le fa rotolare il ministro, a partire dalla mia". Ha poi aggiunto.

Ciò detto il prefetto ha offerto poi la sua ricetta per evitare che episodi simili si ripetano: "Ho proposto un nuovo modello di alimentazione dell'informativa delle autorità di ps, nelle prossime ore varerò una direttiva specifica - ha spiegato - In base a questa direttiva dovremmo individuare nella messe di informazioni che ogni giorno circolano nel sistema quelle che le autorità ritengono necessarie e opportune perchè possano prendere i provvedimenti richiesti. Verrà creato un gruppo di raccordo permanente con i capi di gabinetto di prefettura e questura e ufficiali di analogo livello dei carabinieri, Guardia di FInanza, Corpo forestale dello Stato e polizie locali".

Ma non basta perché "se la gente percepisce insicurezza, dobbiamo porci qualche problema. Ecco perché il gruppo di raccordo che ho proposto, che avrà un nuovo modello di controllo del territorio per aree e non per obiettivi".

Anche il cardinale Angelo Bagnasco, in una intervista a Radio Vaticana è interventuo sulla vicenda: "Hanno suscitato grande imbarazzo in Vicariato, a Roma, le scene hollywoodiane del funerale del boss dei Casamonica. Vangelo e mafia sono incompatibili. L’unica possibilità è la vera conversione… ", chiede il giornalista. "La vera possibilità - risponde Bagnasco - è la via della conversione che tocca tutti, assolutamente tutti, e quindi certi fenomeni devono essere stigmatizzati per quello che sono e devono essere una provocazione per tutti, indistintamente, a percorrere la via del Vangelo e dei suoi valori: l’onestà, la dignità, la trasparenza, la legalità".

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