sabato 19 giugno 2010
«Vivo apprezzamento e plauso per il lavoro finora svolto» dal prefetto. E mentre il Pdl fa quadrato intorno a lui, i comitati pro-Giuliani lanciano un appello: i poliziotti condannati siano sospesi.
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Tutto in una notte. Il governo conferma la sua fiducia in De Gennaro e gli chiede di continuare nel suo lavoro, respingendone le dimissioni, visto che l’ex-capo della polizia aveva rimesso il suo incarico di direttore del Dis (Dipartimento per l’informazione e la sicurezza) dopo la condanna in appello (a un anno e quattro mesi) per i fatti al G8 di Genova e l’irruzione alla scuola Diaz.    Il "respingimento" finisce nero su bianco nel comunicato di Palazzo Chigi, dopo la riunione dell’esecutivo di ieri, che più chiaro non avrebbe potuto essere: «Il Consiglio dei ministri – si legge – ha collegialmente confermato all’unanimità piena e completa fiducia al dottor Gianni De Gennaro, il quale aveva correttamente e con alto senso dello Stato messo a disposizione del presidente del Consiglio il proprio incarico». E sempre il Consiglio dei ministri, «manifestando vivo apprezzamento e plauso per il lavoro finora svolto, ha invitato il Prefetto De Gennaro ha proseguire con lo stesso spirito e con lo stesso impegno nel suo incarico al vertice dei Servizi».A quel punto, com’era facilmente prevedibile, le polemiche già aspre fin dall’altro ieri, si sono rinfocolate. Tant’è che il Pdl ha subito rinforzato la sua posizione attraverso le parole del portavoce Daniele Capezzone diffuse in una nota: «Qualunque sia l’opinione di ciascuno sui fatti di Genova, e qualunque sia l’opinione di ciascuno sulla sentenza di ieri (giovedì, ndr)» gli attacchi durissimi «di alcuni esponenti dell’Idv e della sinistra massimalista» sono «l’ennesima testimonianza di una voglia di sfascio, di disarticolazione dello Stato, che sembra essere il tratto distintivo di troppe sortite di alcuni esponenti dell’opposizione». Detto ciò, «resta da capire cosa attende il Pd a dire chiaramente che non vuole avere nulla a che fare con questo metodi e con questi interlocutori politici».Schermaglie politiche a parte, Capezzone pone poi la domanda che circola maggiormente, ancorché sotto voce, nei corridoi del Palazzo: «A cosa serve questo attacco costante contro le forze dell’ordine, questa criminalizzazione sistematica, a cui troppe volte abbiamo assistito, di Polizia o Carabinieri?».Nel frattempo lo scontro politico continua. «Le dimissioni dal vertice dei servizi segreti presentate da Gianni De Gennaro sono solo un gioco delle parti tra il gatto e la volpe», secondo il segretario del Prc-Se, Paolo Ferrero: «Siamo e saremo sempre garantisti indistintamente nei confronti di chiunque, ma il garantismo sul piano giudiziario non va confuso col riconoscimento delle responsabilità politiche e istituzionali». E il "Comitato verità e giustizia per Genova", il "Comitato piazza Carlo Giuliani" e alcuni scrittori, registi, cantautori, giornalisti (tutti autori di opere riguardanti il G8 di Genova), si fanno promotori di un appello: «Chiediamo – scrivono in un documento - che a tutela delle istituzioni, di tutti i cittadini, degli stessi appartenenti alle forze di Polizia, tutti i condannati con ruoli di comando siano da subito sospesi dai loro incarichi e che a tutti gli altri siano attribuiti esclusivamente compiti d’ufficio».Ma, appunto, il Pdl fa quadrato: «Sono in piena sintonia con il pronunciamento del Consiglio dei ministri, che ha ribadito all’unanimità la piena e completa fiducia al dottor De Gennaro, coraggioso e devoto servitore dello Stato, capo della Polizia per sette anni, densi di successi nella lotta al crimine», fa sapere il vice presidente del Senato, Domenico Nania. E sottoscrive anche il parlamentare pdl (nonché attore) Luca Barbareschi: «Mi auguro che nei confronti di questo competente servitore dello Stato non si scateni uno sciacallaggio che sarebbe indegno e ipocrita, per i suoi indubitabili meriti».
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